Card. Pietro Gasparri (1852-1934). Il “diplomatico giurista” della Chiesa
D. Preda e D. Tarantino (a cura di), Benedetto XV e il suo tempo, Genova University Press, Genova 2024, pp. 540, Euro 35.
Ricorre il novantesimo anniversario della morte del cardinale Pietro Gasparri (1852-1934), figura centrale nella storia della Chiesa tra Otto e Novecento, nonché artefice della “Conciliazione” suggellata con la firma dei Patti Lateranensi nel 1929.
Caduto in quell’oblio che ormai avvolge sempre più indistintamente eventi e protagonisti del passato, il cardinale di Ussita ritorna ad avere su di lui uno spiraglio di luce in un bel libro appena edito dall’Università di Genova e presentato a metà ottobre a Macerata, nell’ambito della seconda Fiera dell’editoria universitaria.
Il volume, curato da Daniela Preda e Daniela Tarantino, è dedicato al pontificato di Benedetto XV, il genovese Giacomo Della Chiesa (1854-1922), che lo storico John Pollard anni fa ha definito “il Papa sconosciuto”. Un libro frutto di diversi ed approfonditi studi sul Papa ligure, che nonostante avesse ricoperto un ruolo di protagonista negli anni tragicamente segnati dalla Prima guerra mondiale è rimasto pressoché dimenticato.
Benché il volume sia focalizzato sull’opera del Pontefice, nel contesto locale, nazionale ed internazionale in cui egli visse ed operò, la figura di Gasparri risulta altrettanto centrale: nelle oltre cinquecento pagine del libro, il suo nome – tra testo e note a piè di pagina – compare ben 256 volte.
I diversi saggi presenti nel volume sono di studiosi di storia contemporanea, di diritto canonico, di storia dell’arte e di filosofia e in tutti i capitoli Gasparri risulta figura centrale del pontificato di Benedetto XV (1914-1922), a dimostrazione del ruolo da lui svolto su più fronti, non solo quello più strettamente diplomatico, in cui eccelse, tanto da riuscire a rompere l’isolamento in cui la Santa Sede venne a trovarsi allo scoppio del primo conflitto mondiale.
Il cardinale Gasparri, nominato Segretario di Stato da Benedetto XV, conservò l’incarico anche con il successore Pio XI ed avrebbe potuto risolvere l’annosa “questione romana”, che si protraeva dall’epoca post risorgimentale, già dieci anni prima di quanto poi avvenuto. “Sarebbe bastato – scrive Fabio Franceschi – che il re Vittorio Emanuele III avesse avallato l’intesa di massima raggiunta il primo giugno 1919 a Parigi, in una stanza dell’Hotel Ritz, dall’allora presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando e dall’inviato del Papa, mons. Bonaventura Cerreti”, portatore quest’ultimo di uno schema di accordo redatto di proprio pugno dal cardinale Pietro Gasparri e contenente molti dei punti poi confluiti nei “Patti” poi firmati con Mussolini. Un episodio, questo, che fa ritenere il pontificato di Benedetto XV come “momento propedeutico della Conciliazione del 1929”. L’opera incessante del cardinale Gasparri, comunque, non si arrestò e sul finire degli anni venti fu portata a termine anche con l’aiuto e l’intermediazione del gesuita di San Severino, padre Pietro Tacchi Venturi.
“Giacomo Della Chiesa e Pietro Gasparri – scrive ancora Franceschi – possedevano un elemento in comune: parlavano la stessa lingua, quella del diritto. La formazione giuridica di Benedetto XV, appresa in una università laica (quella di Genova, nel 1875 n.d.r.) fu decisiva nella visione religiosa e politica del futuro Pontefice […]. E la sintonia con Gasparri, il ‘diplomatico giurista’, fu piena ed evidente. La comune formazione e cultura giuridica permise loro di intendersi facilmente, tanto sulla natura dei problemi da affrontare, quanto sulle possibili soluzioni da approntare”.
Nel volume sono affrontate anche altre due principali questioni in cui l’apporto del Cardinale Gasparri risultò essenziale e prezioso per Benedetto XV. Una è la famosa “Nota” di pace indirizzata ai capi dei popoli belligeranti emanato da papa Benedetto XV il primo agosto 1917 per esortare i contendenti a risolvere diplomaticamente le loro controversie.
La seconda questione è il Codex iuris canonici, promulgato nel 1917. Un’opera che risente del grande contributo dal cardinale Gasparri, il quale aveva lavorato alla stesura già dalla fase di approntamento, durante il pontificato di Pio X.
Il libro, oltre ad ampliare le conoscenze sugli anni di pontificato di Benedetto XV, offre nuovi spunti sull’opera del cardinale Pietro Gasparri, anche nel periodo precedente la sua nomina a Segretario di Stato vaticano, contribuendo così a delineare il ruolo complessivo da lui svolto in tanti anni a servizio della Chiesa.
© Alessandro Feliziani/ Orizzonti della Marca
(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 44 del 16 novembre 2024)
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