“Vis-à-vis”. Ai Musei civici di Macerata in mostra ritratti dal ‘700 ai giorni nostri
Un viaggio lungo più di tre secoli alla scoperta di artisti, ambienti e movimenti culturali seguendo un unico filo conduttore: il ritratto. Alla ritrattistica dal Settecento ai giorni nostri è, infatti, dedicata la mostra “Vis-à-vis”, in corso a Palazzo Buonaccorsi di Macerata, sede dei Musei civici. Il titolo sintetizza in qualche modo la finalità dell’esposizione: far incrociare gli occhi del visitatore con quelli del personaggio ritratto sulla tela per comprendere meglio il passato e il presente attraverso l’evoluzione dell’arte nel tempo.
I tre curatori, Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci, selezionando più di sessanta opere di maestri del passato e artisti del presente, hanno voluto offrire “una riflessione inedita sulla ritrattistica settecentesca e contemporanea”. La mostra, che si snoda in tutti gli ambienti espositivi del palazzo, dalle sale al piano terra dedicate alle mostre temporanee, fino al museo d’arte antica, alla pinacoteca d’arte moderna e perfino al museo della carrozza, è un confronto continuo tra antico e moderno, mettendo “faccia a faccia” anche opere ed artisti di diverse epoche, come avviene già dall’ingresso, dove il visitatore trova, uno dirimpetto all’altro, due piccoli dipinti: l’autoritratto del marchigiano Carlo Maratta (Camerano 1625 - Roma 1713) e il ritratto di Van Gogh realizzato nel 2011 da Enzo Cucchi, artista di Morro d’Alba, noto in Italia e all’estero.
Benché spazi nell’opera di artisti italiani e stranieri, la mostra – frutto di un progetto avviato due anni fa dall’assessorato alla cultura del comune di Macerata e sostenuto dalla Regione – rende omaggio soprattutto alla Marche, ponendo alcuni dipinti di autori del ‘900, tra i quali Luigi Bartolini, Osvaldo Licini e Sante Monachesi, “in dialogo” con alcuni dei più importanti interpreti della ritrattistica del Settecento marchigiano. Oltre al già citato Maratta, sono presenti opere di Sebastiano Ceccarini (Fano 1703 – 1783), Carlo Magini (Fano 1720 – 1806) e Pier Leone Ghezzi, che nato a Roma nel 1674 da padre marchigiano (era figlio di Giuseppe e nipote di Sebastiano, entrambi pittori di Comunanza) amava dichiararsi “cittadino piceno”.
A Pier Leone Ghezzi è riservata una sorta di mostra nella mostra, permettendo di riscoprire l’artista non solo come eccellente ritrattista, ma anche come caricaturista. Di lui, infatti, sono esposte diverse caricature di personaggi dell’epoca, concesse in prestito ai Musei civici di Macerata dalla Biblioteca Passionei di Fossombrone.
Tra i ritratti, uno dei più noti realizzati da Pier Leone Ghezzi è quello di monsignor Gabriele Filippucci, canonico lateranense, nato a Macerata nel 1631 e morto a Roma nel 1706. Da ricerche d’archivio effettuate anni fa da Alessandra Sfrappini, risulta che il dipinto (olio su tela di cm 131x54) fu donato alla città di Macerata nei primi anni del XVIII secolo per essere collocato nel Palazzo dei Priori e da allora è di proprietà comunale. Altra particolarità sta nel fatto che l’artista realizzò il ritratto “a memoria”. Infatti, monsignor Filippucci, che aveva rinunciato pubblicamente alla nomina a cardinale conferitagli dal Papa marchigiano Clemente XI, non acconsentì mai a posare per il ritratto. Il quadro ebbe grande notorietà nei primi anni Duemila, quando fu esposto a Milano in occasione della mostra “L’anima e il volto del Settecento”, che si tenne a Palazzo Reale.
La mostra “Vis-à-vis” può essere visitata tutti i giorni (lunedì escluso) fino al 12 gennaio 2025, con orario 10/13 – 15/18.
© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca
(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 36 del 21 settembre 2024)
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