Jimmy Fontana, la storia vera di “Che sarà”



Negli anni Settanta del secolo scorso una delle canzoni più eseguite ed ascoltate era “Che sarà”, brano di grande successo, scritto in parole e musica sul finire del 1970 da Jimmy Fontana, Franco Migliacci, Carlo Pes e Italo Greco. La celebre strofa iniziale della canzone, “Paese mio che stai sulla collina/ Disteso come un vecchio addormentato/ La noia, l'abbandono, niente/ Solo la tua malattia/ Paese mio ti lascio, io vado via”, con la sua armonia, dolce e struggente, ha fatto credere a tanti e per molto tempo che il paese immaginato dall’autore potesse essere Camerino, dove Enrico Sbriccoli – vero nome di Jimmy Fontana – era nato il 13 novembre 1934, nella casa di Palazzo Cionni, nei pressi di Santa Maria in Via. Anche molti maceratesi hanno creduto che la canzone avesse un riferimento preciso con Macerata, dove il cantautore era vissuto negli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza. Perfino a San Severino Marche – “rifugio” della famiglia Sbriccoli durante la seconda guerra mondiale e luogo scelto l’8 aprile 1962 per la celebrazione del matrimonio del cantante con la giovane lucana Leda Distasi – qualcuno in passato ha creduto di identificare il “paese sulla collina” con il nucleo storico di San Severino al Monte, che Enrico all’età di 8-9 anni vedeva dalla finestra della casa di via Massarelli 61.

In verità ad ispirare l’incipit della famosa canzone non fu il profilo urbano di Camerino, né quello di Macerata o del septempedano “Castello al Monte”, per il semplice motivo che quella strofa non fu scritta da Jimmy Fontana, ma dal paroliere e coautore Franco Migliacci, che ebbe l’intuizione mentre in auto, percorrendo l’autostrada del Sole, attraversava l’Appennino tosco-emiliano.

Alla storia della canzone “Che sarà”, determinante nella carriera di Jimmy Fontana, ma anche foriera di amarezze e sofferenze, sono dedicate molte pagine nel libro che Luigi Sbriccoli Fontana, figlio primogenito del cantante, ha scritto e dato alle stampe a dieci anni dalla morte del padre. 

L’autore, nato a Macerata nel 1963, parla dei suoi primi cinquat’anni di vita vissuti accanto al padre, dagli anni della scuola a quelli dedicati al tennis, sua prima passione, fino all’attività di musicista, iniziata sulle orme del padre. Il volume, da poco in libreria, è un’autobiografia di Luigi Sbriccoli Fontana, che pagina dopo pagina si sviluppa in parallelo con la biografia del celebre genitore.

Le quasi cinquecento pagine si leggono con grande trasporto. Esse contengono tanti aneddoti sul cantante nativo di Camerino, che pensiamo di non far torto all’autore se qui sveliamo, a beneficio dei lettori di Orizzonti, le vicende umane ed artistiche di Jimmy Fontana legate al brano “Che sarà”.  

Dopo il grande successo internazionale riscosso con la canzone “Il Mondo”, all’ inizio del 1970 Jimmy Fontana si ammala di tifo. Trascorre intere settimane con la febbre molto alta e in quei giorni gli viene in mente il ritornello, poi diventato famoso: “Che sarà, che sarà, che sarà… che sarà della mia vita chi lo sa…”. Le cure a Roma non hanno effetto e ricorre al fratello maggiore Americo, medico all’ospedale di Macerata. Dopo un mese, uscito guarito dal nosocomio maceratese, Fontana si presenta alla propria casa discografica per proporre la canzone, ma non trova “ascolto”. Mesi dopo, con l’intervento di Franco Migliacci e di un diverso dirigente discografico, la versione definitiva viene approvata e la Rca decide addirittura di presentare la canzone in concorso al Festival di Sanremo del 1971. Per regolamento del festival ogni brano in gara deve essere eseguito da due interpreti e la casa discografica decide di affiancare a Jimmy Fontana il cantante americano José Feliciano, ma all’ultimo momento la Rca stessa sostituisce Fontana con I Ricchi e Poveri. Per il cantante marchigiano è una “doccia fredda”. All’immediato sconforto seguono giorni di grande amarezza, che ben presto si trasforma in una sofferenza interiore talmente forte e dolorosa da privarlo per qualche anno della forza di comporre nuove canzoni. 

L’entusiasmo per la musica riprenderà vigore in Jimmy Fontana anni dopo in occasione di un concerto a Macerata, dove nel frattempo il cantante aveva acquisito un noto bar del centro storico e fondato una delle prime radio private. L’occasione di riscatto professionale si concretizza durante un pranzo in un ristorante dove Jimmy Fontana si ritrova allo stesso tavolo con i colleghi Nico Fidenco, Riccardo Del Turco e Gianni Meccia, presenti a Macerata per lo stesso concerto. Nascono in quella occasione “I Superquattro”, formazione canora con la quale i quattro artisti tengono tournée in Italia e all’estero, facendo compiere alla canzone italiana di quegli anni il giro del mondo.

Il libro è ricco di informazioni sulla famiglia Sbriccoli, sull’ambiente musicale della seconda metà del ‘900, su come fu scelto il nome d’arte ed anche sullo sport del tennis, disciplina che vede per alcuni anni Jimmy Fontana come Giudice internazionale di sedia.

© Alessandro Feliziani /Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 28 del 13 luglio 2024)


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