Trent’anni senza Ferdinando Scarfiotti, scenografo da Oscar con Bertolucci.



Trent’anni fa, il 30 aprile 1994, moriva a Los Angeles lo scenografo marchigiano Ferdinando Scarfiotti. Appena sei anni prima, all’apice della carriera, in quella stessa città, egli aveva ricevuto l’iconica statuetta dorata del Premio Oscar, vinto per la scenografia de “L’ultimo imperatore”, di Bernando Bertolucci. Per quel film, in quello stesso anno, Scarfiotti fu premiato anche con il “David di Donatello” e il “Nastro d’Argento”.

Era nato nel 1941 a Potenza Picena, nella casa di campagna in frazione Torrenova, che il padre Paolo, già sindaco e podestà di Potenza Picena, aveva fatto costruire nel 1938 in occasione del matrimonio con Luisa Solari, anche lei, come gli Scarfiotti di origine piemontese. 

La prima giovinezza Ferdinando la trascorre a Porto Recanati, dove la famiglia si era trasferita e qui ebbe come compagno di giochi anche suo cugino Lodovico, il futuro campione automobilistico, morto in un incidente di gara nel 1968. 

Gli Scarfiotti erano giunti nella città alla foce del Potenza molti anni prima, quando il nonno dello scenografo e del pilota di Formula 1, dopo aver lasciato la FIAT, di cui era stato tra i fondatori, nonché primo presidente, diede vita a Porto Recanati alla “Società Cementi”, meglio conosciuta come Cementificio Scarfiotti. 

Come scenografo Scarfiotti nasce artisticamente a Roma negli anni dell’università. Nella Capitale, mentre frequenta la facoltà di architettura, si avvicina al mondo dello spettacolo e ne rimane affascinato. Suo mentore è Luchino Visconti, che lo sceglie come proprio assistente e per il quale nel 1971 Ferdinando Scarfiotti realizzerà le scenografie di “Morte a Venezia”. 

Già dagli anni Sessanta il suo lavoro spazia dall’opera lirica (“La Cenerentola” di Rossini, “Falstaff” e “Rigoletto” di Verdi), alla prosa (opere di Pirandello, Goldoni, Viviani, Ginzburg, Cechov, Shakespeare) e a film di grande successo prodotti in Italia e Stati Uniti, oltre che in Francia, Inghilterra, Olanda. 

È stato definito anche “lo scenografo di Bertolucci” per la sua intensa collaborazione con il regista parmense. Con lui, oltre che nell’opera vincitrice dell’Oscar, ha lavorato in altri film famosi: “Il Conformista” (1970), “Ultimo tango a Parigi” (1972), “Il tè nel deserto” (1990).

Collaborando con registi di fama internazionale come Schrader (“American Gigolò”), De Palma, (”Scarface”), Levinson (“Toys”) ed altri, finì per essere sempre più attratto da Hollywood, luogo simbolo per antonomasia del mondo dello spettacolo, dove peraltro si era fatto già conoscere nel 1972 per una collaborazione con Billy Wilder nel film “Cosa è successo tra mio padre e tua madre”, interpretato da Jack Lemmon.

Negli ultimi anni della sua vita è vissuto prevalentemente in California, nella propria villa di Beverly Hills.

Le scene teatrali di Ferdinando Scarfiotti sono state a lungo in repertorio nei maggiori teatri d’Europa, mentre i disegni delle sue scenografie e dei suoi costumi sono esposti in importanti musei, tra cui quello del Teatro alla Scala e della London Royal Opera House.

A Potenza Picena è intitolato a lui l’auditorium inaugurato nel 2004 nell’ex chiesa di Sant’Agostino.

© Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

Nella foto: Ferdinando Scarfiotti premiato all’Oscar dall’attrice Olivia de Havilland

(Articolo pubblicato sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata, martedì 30 aprile 2024)


Commenti

Post più popolari