Un “Richelieu” a Caldarola



Le elezioni europee si stanno avvicinando e l’attenzione dei partiti per l’appuntamento elettorale del 9 giugno è massima. Le europee, infatti, sono le uniche elezioni a svolgersi con il sistema proporzionale puro, in cui ogni partito “corre” per sé, senza coalizioni di sorta. Il risultato, pertanto, esprimerà il reale consenso per ciascun partito e, di conseguenza, potrà essere fatto valere per la spartizione delle cariche pubbliche in base al peso elettorale di ciascuna forza politica. È questa la “regola” del cosiddetto “Manuale Cencelli”. Nel 1981 il giornalista Renato Venditti (1926 – 2015) dedicò a questa sorta di codice non scritto un famoso libro, ora ristampato da Aliberti in una edizione arricchita da una intervista di Manuela Venditti all’ideatore del celebre “Manuale”, che in verità è solo un semplice formulario matematico. 

Di esso, ovviamente, non c’è traccia in alcuna legge o statuto. Di “Manuale Cencelli” si parlò per la prima volta in un’aula parlamentare solo il 9 agosto 1979 durante il dibattito sulla fiducia al primo governo Cossiga. A nominarlo, per criticare la suddivisione dei ministeri tra esponenti Dc, Psdi, Pli, Svp e Union Valdotaine, fu alla Camera dei Deputati il capogruppo del Pci Ferdinando Di Giulio. Di fatto, però, il “sistema” esisteva già da una dozzina d’anni, da quando cioè fu escogitato da Massimiliano Cencelli, giovane funzionario della Democrazia Cristiana, che nel novembre 1967 – aveva 31 anni – prese parte a Milano al decimo congresso del partito, quello in cui si formò ufficialmente la corrente dei “Tavianei”, cui lo stesso Cencelli apparteneva, essendo all’epoca segretario dell’onorevole Alfonso Sarti, un fedelissimo del ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani.   

Laureato in legge, “romano de Roma”, figlio di un cittadino vaticano, Massimiliano Cencelli è stato per quasi un anno sindaco di Caldarola, paese d’origine della sua prima moglie, figlia del falegname caldarolese Oddo Lucentini, emigrato nella Capitale. Benché Cencelli avesse nella parentela caldarolese un esponente locale del Pci, Fedro Buscalferri, i dirigenti della Dc di Caldarola lo vollero in lista per le elezioni comunali del 7 giugno 1970. Il 25 giugno, nella prima seduta del Consiglio comunale, fu eletto sindaco, ma dieci mesi più tardi, non riuscendo a conciliare la necessaria presenza a Caldarola con il suo lavoro di funzionario della sede nazionale del partito, si dimise. 

Nella macchina organizzativa della Dc, che per il suo peso politico di primo partito italiano veniva soprannominata la “Balena bianca”, Cencelli risultava fondamentale. Nell’intervista pubblicata nel libro, egli ricorda che quando tra i capi delle correnti sorgevano discussioni, chi veniva accusato di aver ricevuto più del dovuto rispondeva: “Chiedete a Cencelli, i conti li fa lui”.

Il “Manuale Cencelli”, infatti, benché nato come metodo per stabilire il numero dei componenti di ogni corrente e sottocorrente Dc nel consiglio nazionale del partito, ben presto trovò applicazione in tutti i contesti politici per ripartire non solo cariche di governo, ma anche nomine di funzionari speciali, presidenti, amministratori e consiglieri di enti o società partecipate, sia statali, sia a livello locale. Un “vademecum” ancora oggi conservato nei cassetti del potere. Nel libro, in cui sono riprodotte diverse tabelle compilate da Cencelli a penna o a macchina, sono narrati aneddoti legati a singoli personaggi della cosiddetta “Prima Repubblica”. Di fatto il volume è una storia della stessa Democrazia Cristiana, delle sue vicende interne e dei rapporti con gli altri partiti, dal post De Gasperi fino al primo governo non a guida Dc, quello del 1981 presieduto da Giovanni Spadolini. 

Le crisi di governo, i congressi democristiani, i rapporti di forza tra le correnti e le elezioni dei segretari del partito, rivivono nelle pagine anche attraverso i “conteggi” che Massimiliano Cencelli veniva incaricato di aggiornare al verificarsi di ogni pur piccolo sommovimento politico.

“L’essenza del Cencelli – scrive il giornalista Luca Telese nella prefazione di questa ristampa del volume – non è un sistema di regolette immaginato per definire il criterio spartitorio delle poltrone. È tutta un’altra storia: ovvero la capacità di analisi che devi avere per comprendere i rapporti di forza più segreti che regolano gli equilibri di potere”.

Massimiliano Cencelli non è stato mai parlamentare, tantomeno ministro o sottosegretario, rimanendo sempre un funzionario di partito (dopo lo scioglimento della Dc è stato segretario del presidente del Senato, Nicola Mancino). A lui, per sottolineare il ruolo prezioso svolto nel partito, l’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, fece un regalo “assai significativo”. Gli regalò un libro di Aldous Huxley del 1941 sul Cardinale Richelieu dal titolo “L’eminenza grigia” in cui l’autore racconta che “alla Corte di Luigi XIII c’era un frate che vestiva sempre con una tonaca grigia consunta e stracciata. Il vero capo della Francia, era lui”.

©Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

R. Venditti, Il Manuale Cencelli, Compagnia editoriale Aliberti, Reggio Emilia 2021, pp. 202, Euro 17,50

(Articolo pubblicato sabato 6 aprile 2024 sul settimanale ORIZZONTI delle MARCA

 

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