“San Nicola di Tolentino” in mostra a Milano.

La tavola (a destra nella foto), dipinta da Piero della Francesca, era parte di un polittico andato disperso nel XV sec

Non c’è chiesa o convento agostiniani nel mondo che non abbia almeno un dipinto raffigurante San Nicola di Tolentino. Nei primi anni Duemila la comunità agostiniana tolentinate ha dedicato al “Corpus iconografico” del Santo tre grandi volumi, curati dallo storico dell’arte Roberto Tollo, con oltre un migliaio di immagini di opere, tra affreschi, tele e tavole dipinte, in cui San Nicola – tra la metà del Trecento, subito dopo la sua morte (1305) e fino al XIX secolo – è stato raffigurato per opera di artisti di ogni epoca e delle più svariate nazionalità. Uno dei periodi più fiorenti dell’iconografia di San Nicola fu quello immediatamente successivo alla sua canonizzazione, avvenuta nel 1446. 

Risale proprio agli anni Sessanta del XV secolo una delle raffigurazioni di San Nicola più famose, più discusse e più studiate dagli storici dell’arte: la tavola (139 cm. di altezza per 59 di larghezza) dipinta da Piero della Francesca in uno dei quattro pannelli centrali di un polittico realizzato dal pittore toscano per la chiesa del convento degli agostiniani di Borgo San Sepolcro, vicino ad Arezzo.

La fama della tavola è strettamente legata alla storia del polittico, che meno di un secolo dopo la sua realizzazione fu smembrato e le singole parti andarono disperse, finendo in mano ai mercanti d’arte. Solo la tavola raffigurante San Nicola da Tolentino è rimasta in Italia. Fu acquistata a metà dell’Ottocento dal conte Gian Giacomo Poldi Pezzoli ed oggi è proprietà dell’omonimo museo di via Manzoni a Milano, dove dalla fine di marzo è esposta in una mostra che per la prima volta – dopo cinque secoli – riunisce i quattro santi (Sant’Agostino, San Michele Arcangelo, San Giovanni Evangelista e San Nicola da Tolentino) raffigurati in origine nella parte centrale del polittico. Si tratta di una mostra (visitabile fino al 24 giugno) probabilmente irripetibile, poiché frutto di un’azione internazionale, che ha coinvolto il Museo nazionale di Lisbona, la National Gallery di Londra e The Frich Collection di New York, cioè le istituzioni proprietarie delle altre tre tavole.

Ideata da Alessandra Quarto, direttrice del Museo Poldi Pezzoli, la mostra “Piero della Francesca, Il polittico agostiniano riunito” è a cura di Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston).  Nell’allestimento, progettato dall’architetto milanese Italo Rota (scomparso il 6 aprile scorso), i quattro pannelli, muniti delle stesse cornici con cui in questi secoli sono stati custoditi presso i diversi musei, sono disposti nello stesso ordine ideato da Piero della Francesca. Secondo una ricostruzione frutto di studi storici, il polittico si componeva di 31 parti, per la maggior parte andate perdute. Nella parte centrale era probabilmente raffigurata la “Incoronazione della Vergine”, con a sinistra Sant’Agostino e San Michele, mentre San Giovanni e San Nicola erano collocati alla destra. 

“La mostra in corso a Milano sta suscitando molta attenzione per la rilevante valenza storica e culturale riguardo alla iconografia di San Nicola da Tolentino”, ha dichiarato l’agostiniano padre Marziano Rondina, che è stato in passato priore della comunità agostiniana di Tolentino e priore provinciale dell’Ordine agostiniano d’Italia. 

Padre Rondina, perché il “San Nicola” di Piero della Francesca è tanto discusso e studiato dagli storici dell’arte?

Notoriamente la figura di San Nicola viene presentata nella verità storica della sua figura, asceta e penitente; in questo caso abbiamo una singolarità assoluta: il Santo di Tolentino è abbondantemente corposo da suscitare a tutti qualche domanda su questa scelta dell’artista. Ci sono state varie interpretazioni per le quali, stando alle notizie che abbiamo, non sembra facile dare una risposta documentata e convincente. Comunque questo nulla toglie al valore iconografico del taumaturgo agostiniano e al valore dell'opera in sé.

Questa mostra contribuirà a suscitare nuovo interesse per la figura del più celebre Santo dell'Ordine agostiniano? 

Lo speriamo vivamente e in qualche modo già se ne vedono i benefici effetti. Ci stanno arrivando richieste di storici e di giornalisti che desiderano conoscere anche la reazione di noi agostiniani essendo il polittico qualificato come “agostiniano” a motivo della committenza, della sua collocazione iniziale e anche per il risalto che viene dato alle figure di S. Agostino e di San Nicola da Tolentino. Quindi certamente come agostiniani ci sentiamo onorati da questo ritorno ben significativo, sia per il tema iconografico sia per la coraggiosa ricomposizione del polittico. Dopo il grande evento curato dagli agostiniani nel 2005 (settimo centenario dello morte di San Nicola, n.d.r.) con tanti eventi culturali, religiosi e editoriali tra i quali una grande mostra sull’arte dedicata a San Nicola ospitata in Vaticano, c’è stato un momento di preoccupante flessione dovuta al terremoto, che tanto pesantemente ha colpito il Santuario di Tolentino e poi al Covid. Si auspica quindi di avere una efficace ripresa per la quale riteniamo di rilevante aiuto anche l’evento in corso al museo Poldi Pezzoli di Milano.

© Alessandro Feliziani Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sabato 27 aprile 2024 sul n. 17 del settimanale ORIZZONTI della MARCA)

Foto: Allestimento della mostra (© Marco Beck Peccoz). 


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