Quando Mogliano esultò per il Papa che non c’era


Nella storia della Chiesa, dei 266 Papi succedutisi fino ad oggi dieci sono marchigiani e, di questi, due della provincia di Macerata: Marcello II (Marcello Cervini di Montefano), il quale regnò per appena 22 giorni nel 1555, e Pio VIII (Francesco Saverio Castiglioni di Cingoli), papa per circa un anno e mezzo tra il 1829 e il 1830. Dopo meno di un secolo dalla morte del pontefice cingolano, nel febbraio 1922 i maceratesi – in particolare gli abitanti di Mogliano e Tolentino – ebbero solo per qualche ora la possibilità di esultare per l’elezione di un nuovo Papa marchigiano. Un giornale dell’epoca, infatti, diede la notizia che il conclave, quale successore di Benedetto XV, morto un mese prima, aveva scelto un loro conterraneo: il moglianese Giovanni Tacci. 

All’iniziale esultanza seguì, però, l’inevitabile delusione. Una delusione assai cocente nell’apprendere che quanto pubblicato sulla prima pagina del quotidiano “Il Mondo” era una “bufala”. Involontaria, ma pur sempre una falsa notizia, provocata da un cronista troppo frettoloso, che probabilmente aveva fatto eccessivo affidamento sul proprio udito nel captare un bisbiglio nei corridoi del Vaticano.

Il 6 febbraio 1922, al quattordicesimo scrutinio, il conclave aveva eletto papa il cardinale lombardo Achille Ratti (Pio XI), ma il cronista anziché Ratti capì Tacci, principe della Chiesa nato a Mogliano e discendente della nobile famiglia Tacci-Porcelli di Tolentino, il quale era entrato a far parte del collegio cardinalizio appena l’anno prima.

Alla (falsa) notizia, accompagnata da una grande foto del cardinale marchigiano, il giornale dedicò l’intera prima pagina, ritrovata tempo fa nell’archivio storico del comune di Mogliano, che l’ha poi riprodotta nella propria pagina Facebook.

Tanta fretta da parte de “Il Mondo” nel cercare di dare la notizia dell’elezione del Papa prima degli altri giornali fu dovuta probabilmente alla voglia di imporsi nella stampa dell’epoca. Il quotidiano, fondato da Giovanni Amendola e sostenuto dall’ex presidente del Consiglio, Francesco Saverio Nitti, era infatti andato in edicola per la prima volta appena dieci giorni prima, il 26 gennaio, e lo “scoop” – se non si fosse trasformato in una magra figura – gli avrebbe dato subito visibilità. Va detto, comunque, che la testata ben presto si riscattò, arrivando a vendere oltre centomila copie al giorno fino al 1926, quando il giornale fu chiuso a causa dell’opposizione al Fascismo.

Giovanni Tacci Porcelli, il “papa” che non fu mai tale, nato a Mogliano il 12 gennaio 1863, si era formato al seminario diocesano di Tolentino e successivamente a Roma alla Pontifica Accademia dei nobili ecclesiastici. Nel 1904 Papa Pio X lo nominò delegato apostolico a Costantinopoli e arcivescovo di Nicea. Fu anche nunzio apostolico in Belgio e Olanda, prima di rientrare in Italia come vescovo a Città della Pieve e poi prefetto della Casa Pontificia. Il 19 marzo 1925 a Roma presiedette il rito per la consacrazione episcopale di monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII.

© Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata, il 6 febbraio 2024)

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