Come sorridere dei nostri drammi



Per iniziare il nuovo anno con il sorriso non c’è niente di meglio che visitare a Tolentino il Museo Internazionale dell’Umorismo nell’Arte. Non sarà un sorriso fine a se stesso, di pura e spensierata allegria, ma un modo per riflettere con bonaria irrisione su vicende storiche ed umane, su vizi e pregiudizi, nonché sui mutamenti del costume sociale. Inoltre, visitando il museo entro il primo aprile 2024, si potranno vedere le migliori opere che hanno partecipato nel novembre scorso alla 32esima Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte, la rassegna ideata più di sessant’anni fa da Luigi Mari e che a partire dal 1961, in tutti gli anni dispari fino ad oggi, ha fatto di Tolentino una “capitale” mondiale dell’arte umoristica e della caricatura, quali forme di comunicazione satirica che in modo efficace ci fanno “specchiare” su argomenti seri della vita sociale e quindi anche della politica. 

La mostra, allestita alla vigilia di Natale, conferma un’altra caratteristica della Biennale di Tolentino, cioè quella di saper attrarre artisti di tutto il mondo, che – pur utilizzando la leggerezza dell’umorismo – con le loro opere riescono ad interpretare con estrema profondità la società in cui vivono e i principali eventi internazionali. 

Tra i temi più sviluppati nell’edizione 2023, connotata da una rilevante partecipazione anche di autori di paesi dilaniati da conflitti e violazioni di diritti umani, figurano quelli legati alle guerre, all’emigrazione, alla libertà, al razzismo. E proprio al tema della battaglia antirazziale si richiama l’opera “No racism” (a sinistra nella foto) dell’artista iraniano Bahman Jalali Nokandeh, cui è stato assegnato il primo premio per la sezione “arte umoristica”, mentre il secondo premio è stato attribuito dalla giuria ex aequo all’indiano Shibu Cheriapadath Balan e all’italiano Sergio Tessarolo. Il primo ha raffigurato due bambini che osservano un tramonto, con il sole che si getta sul mare “turgido di sangue”, a simboleggiare il dramma delle morti in mare e l’orrore delle guerre; il secondo, invece, con l’opera “Famiglia sconnessa”, affronta il tema delle “incomunicabilità domestica” e dell’autoisolamento nella individuale connessione allo smartphone, “che ci rende incapaci di stabilire qualunque relazione che non sia la connessione alla rete internet”.

Tra le 74 opere selezionate dalla giuria per l’esposizione temporanea e per la pubblicazione nel catalogo della mostra, curato da Giorgio Leggi, figurano anche numerose caricature alle quali sin dal 1975 è riservata un’apposita sezione della Biennale e un premio dedicato al miglior ritratto caricaturale di personaggi illustri. Quest’anno la giuria ha assegnato il premio ex aequo a due caricature, una di “Pablo Picasso”, realizzata dal peruviano Omar Zevallos Velarde e l’altra di “Patty Smith” (a destra nella foto), presentata in concorso dallo spagnolo Ivan Mata Tamayo.

La visita al museo e alla mostra permette di fare un confronto sull’arte umoristica dei giorni nostri con quella dei celebri maestri dell’Ottocento e del Novecento presenti nelle sale di Palazzo Sangallo, tra i quali: Gabriele Galantara “Ratalanga”, Marcello Dudovich, Giuseppe Scalarini, Mino Maccari, Giuseppe Zanini “Nino Za”, Leo Longanesi, Francesco Tullio Altan, Olaf Gulbransson, Guillermo Mordillo.

Per orari di apertura e altre informazioni: https://biumor.com/miumor/  

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sabato 13 gennaio 2024 sul settimanale ORIZZONTI della MARCA)


Commenti

Post più popolari