L’alfabeto dell’estate



L’estate 2023 è stata una “strana stagione”, con fenomeni climatici cui non eravamo abituati, inflazione e difficoltà economiche che hanno in parte rovesciato le previsioni sull’andamento turistico ed altri eventi che, nel bene o nel male, hanno caratterizzato i mesi tradizionalmente dedicati alle vacanze. Qui di seguito vogliamo ricordare quest’estate marchigiana ormai in archivio con alcune “parole chiave” scelte nella cronaca della nostra provincia e del nostro entroterra. 

A come acqua. È soprattutto in estate, quando spesso scarseggia, che si comprende l’importanza l’acqua e quanto essa sia una risorsa fondamentale per tutti gli esseri viventi. Quest’anno, peraltro, l’acqua è diventata anche oggetto di conflitto politico. Già da tempo i sindaci dei comuni maceratesi sono alle prese con un problema che giorno dopo giorno si va sempre più aggrovigliando: evitare che la gestione del servizio idrico cada in mano a società private estranee al territorio. In piena estate il dibattito si è intensificato e il 3 agosto si è “istituzionalizzato” lo scontro. Nell’apposita assemblea dell’Ambito territoriale “Marche Centro”, infatti, nonostante tutti i sindaci si sono espressi per il mantenimento della gestione pubblica del servizio, si è registrato un “muro contro muro” tra destra e sinistra sul tipo di società pubblica da costituire. Un aspetto non di poco conto sul piano operativo, che ha lasciato il problema irrisolto e che ora ha accresciuto il rischio di non arrivare in tempo per evitare la “privatizzazione” dell’acqua nei nostri comuni.  

B come Betti e Bigiaretti. Il 2023 segna due anniversari importanti per i due più importanti autori del Novecento, entrambi vanto del nostro entroterra, ma da tempo in oscillante equilibrio tra ricordo e oblio: il drammaturgo camerinese Ugo Betti e lo scrittore matelicese Libero Bigiaretti. Del primo cadono i settanta anni dalla morte, un anniversario importante per una riedizione critica delle sue opere, non più soggette alle norme sul diritto d’autore. Un’occasione che il Centro studi teatrali e letterali a lui intitolato, ricostituito proprio all’inizio di questa estate, non dovrà lasciarsi sfuggire. Del secondo, invece, il trentesimo anniversario della scomparsa è coinciso con la riedizione di un romanzo del 1956, “Disamore”, che non veniva più stampato da circa mezzo secolo. Un primo passo di un progetto di “riscoperta” del romanziere matelicese, che il comune di Matelica si è impegnato a compiere.

C come clima. È stato il vero protagonista dell’estate 2023, con giornate di caldo record, spesso intervallate da piogge torrenziali, che hanno provocato danni al territorio, all’agricoltura e anche al settore dell’intrattenimento. Fenomeni climatici estremi cui le Marche non erano abituate e che ci responsabilizza a tenere tutti comportamenti più virtuosi e sostenibili.

D come demografia. È la nota dolente per tutte le Marche, ma in particolare per la provincia di Macerata e per l’entroterra.  All’inizio dell’estate l’Istat ha pubblicato nuovi report sui flussi demografici. I cinquantacinque comuni della provincia hanno perso complessivamente diciassettemila abitanti negli ultimi otto anni, di cui diecimila negli ultimi quattro. Si è passati, infatti, da una popolazione residente di 320.894 del 2015 (6.999 a Camerino) ai 313.022 del 2019 (Camerino 6.857) e ai 303.246 di quest’anno (Camerino 6.150). L’intera provincia di Macerata è tornata ad avere gli stessi abitanti che aveva vent’anni fa, ma con un’età media decisamente più elevata. 

E come elezioni. Del famoso aforisma attribuito ad Alcide De Gasperi, “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”, ormai ci possiamo limitare a considerare la sola prima parte. Siccome ogni anno c’è sempre almeno un’elezioni in programma, anche nei dibattiti politici di questa estate non sono mancati riferimenti alle elezioni del prossimo anno: europee del 9 giugno e concomitanti elezioni amministrative.  In provincia di Macerata si dovranno eleggere i sindaci in oltre trenta comuni e non è escluso – qualora la legge attualmente in discussione venga approvata entro l’anno – che si torni a votare, dopo dodici anni, anche per l’elezione diretta del presidente della Provincia. Molti politici si sono già messi in posizione di partenza e altri si stanno “ricollocando”. All’inizio d’agosto, ad esempio, l’ex sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, ha annunciato la propria adesione alla Lega, mentre pochi giorni prima la sua ex vice, Silvia Luconi, aveva fatto ingresso in Fratelli d’Italia.

F come festival. Un’estate assai ricca in tutta la provincia dal punto di vista delle rassegne, soprattutto musicali. Oltre a “Camerino festival” (37^ edizione), “Macerata Opera Festival” (59^) e “Terranostra” ad Apiro (50^), le tre manifestazioni estive di maggiore tradizione, sono stati molti gli eventi che hanno animato centri piccoli e grandi, con numerose presenze di residenti e forestieri: “Civitanova Danza”, “Lunaria” e “Gigli Festival” a Recanati, “Festival internazionale del Folklore” a Macerata, “Ginesio Fest” e “Festival del mimo e del teatro gestuale” a San Ginesio, “Montelago Festival” e poi quelli itineranti, come  “San Severino Blues”, “Festival dei Monti Azzurri”,  “Marchestorie” ed altri ancora. Tante occasioni di attrattività per il territorio, la cui potenzialità complessiva meriterebbe una coordinata politica di “incoming” turistico.

G come granchio blu. Il crostaceo autoctono delle coste atlantiche del continente americano ha invaso l’Adriatico diventando l’incubo dei pescatori marchigiani. La voracità del granchio blu, infatti, danneggia l’ecosistema marino e distrugge altre specie ittiche tipiche del nostro mare, quali vongole, cozze ed ostriche.  In compenso si è scoperto che il “killer del mare” – come la stampa lo ha definito – è ottimo da mangiare e i ristoratori dei centri rivieraschi ne hanno subito approfittato per arricchire i loro menù estivi. 

I come Itis. L’istituto tecnico industriale “Eustachio Divini” di San Severino, di cui era iniziatala la ricostruzione sulla stessa area del demolito edificio lesionato dal terremoto del 2016, ha subito in piena estate un nuovo stop. Nel mese di luglio il cantiere, già fermo da alcuni mesi per problemi tecnici e burocratici, è stato smobilitato. Ora bisognerà attendere almeno un anno per la ripresa dei lavori, sotto una nuova direzione tecnica. L’Itis settempedano è diventato suo malgrado un triste esempio di una ricostruzione post sisma che non ha ancora mai ingranato la marcia giusta.

L come lucciole.  Chi le ha viste? Le lucciole sono (sono state?) uno dei simboli dell’estate. Questo piccolo insetto luminoso è il protagonista di uno degli spettacoli naturali più belli delle notti estive, ideale compagno per una salutare passeggiata nella campagna isolata. Purtroppo non si vedono ormai più e non solo a cause delle luci artificiali. L’inquinamento atmosferico e l’uso di pesticidi nella vegetazione ne hanno ridotto drasticamente la presenza. 

M come montagna. L’estate 2023 ha segnato il “riscatto” della montagna, meta di tanti vacanzieri come mai si era ricordato in passato, almeno quello recente. I primi a sorprendersi sono stati proprio gli operatori del settore, gestori di B&B e di agriturismi, anche nel nostro entroterra. L’eccezionale ondata di caldo e la minore capacità di spesa da destinare alle vacanze hanno spinto molte famiglie a trascorrere i giorni di ferie in montagna o in alta collina, con temperature più fresche e prezzi più sostenibili.  Ma la montagna bisogna anche amarla, conoscerla, rispettarla e, nel grande afflusso di quest’anno, molti vi si sono avventurati in modo inadeguato e senza alcuna preparazione, costringendo ad un superlavoro istituzioni e squadre di soccorso. 

N come negozi. I negozi, quelli tradizionali, detti anche di prossimità, presenti nei centri storici e nei quartieri, stanno progressivamente chiudendo e questa estate, oltre ai consueti cartelli “chiuso per ferie”, sono aumentati gli avvisi di “cessione attività”. Se nell’entroterra buona colpa l’ha avuta il terremoto, nei centri maggiori, anche quelli sulla costa, il fenomeno – comune un po’ a tutta Italia – è stato incentivato da fattori diversi, a cominciare da politiche urbanistiche di disgregazione dei centri storici, cui si sono aggiunti gli aumenti degli affitti, l’inflazione e il calo di molte tipologie di consumi. Ormai la vita di paese e di quartiere si è trasferita nei centri commerciali e i pochi che non li frequentano comperano sempre più su Amazon. 

O come ombrelloni. Vedere tanti ombrelloni chiusi sulle spiagge nei due mesi centrali dell’estate è stata un’altra caratteristica di questa “strana “estate 2023. Nelle prime settimane della stagione hanno avuto un ruolo anche le avverse condizioni meteorologiche, ma poi a luglio ed agosto, salvo i fine settimane e nei giorni a ridosso del Ferragosto, il calo di vacanzieri lungo le spiagge è stato del tutto evidente; trenta per cento in meno dell’anno scorso sulla costa maceratese. Il costo di una vacanza al mare, pur se breve, ha indotto molta gente a cercare altre mete.  

P come Parco dei Monti Sibillini. Il 6 agosto si è svolta a Visso la cerimonia per i trent’anni della istituzione del “Parco nazionale dei Monti Sibillini”, ente pubblico con finalità di “conservazione dell’ambiente naturale e paesaggistico del territorio montano (settantamila ettari in sedici comuni) in un contesto di sviluppo sociale ed economico duraturo e di qualità”.  In questi tre decenni non tutte le decisioni dell’Ente hanno avuto unanime condivisione da parte delle popolazioni e il terremoto del 2016 ha posto una ulteriore impegnativa sfida al ruolo che il Parco è chiamato a svolgere. “Dobbiamo lavorare insieme alle comunità e ai sindaci – ha dichiarato il presidente Andrea Spaterna – per assicurare un futuro alle popolazioni che vogliono continuare a vivere qui, in un ambiente sano ma con opportunità concrete di crescita e sviluppo sostenibile”. 

Q come “Quadrilatero Marche Umbria”. L’omonima società del Gruppo Anas, cui si deve il completamento della maggiore infrastruttura viaria della nostra provincia, prosegue l’opera di realizzazione della rete stradale tra le due regioni e all’interno delle Marche centrali.  L’estate 2023 era stata indicata come termine dei lavori di costruzione delle “Pedemontana” da Fabriano a Muccia, ma l’opera richiederà ancora almeno un anno di lavori, mentre sono in attesa di progettazione altri due infrastrutture molto invocate nella nostra provincia: le intervallive “San Severino-Tolentino” e “Macerata-La Pieve”.

R come rifiuti. Se ne producono sempre di più e nonostante in provincia di Macerata la raccolta differenziata offra discreti risultati, dal prossimo anno pagheremo tutti di più. Voci su un probabile aumento della tariffa si rincorrevano da tempo. Era inevitabile che anni di immobilismo nell’individuare una nuova discarica provinciale, stante l’esaurimento della capienza di quella di Cingoli, causassero un danno per tutti i cittadini. Così il 29 agosto l’assemblea dei sindaci ha approvato un piano d’ambito dei rifiuti che prevede lo smaltimento presso discariche di altre province, con inevitabile lievitazione dei costi e conseguente aumento delle tariffe: 15% in più quest’anno, un ulteriore 11% nel 2024 e 4% di maggiorazione nel 2025.

S come scontrino. L’estate 2023 è stata anche la stagione dei cosiddetti “scontrini pazzi”. Le cronache hanno riferito di scontrini fiscali con maggiorazioni “assurde”: due euro in più per un toast diviso a metà, “supplemento festività” in una colazione servita la domenica o per “piattino di condivisione”. Non sono mancati i prezzi enormemente ricaricati, come trentasette euro per due piadine farcite e due bibite. Tutti episodi segnalati in città d’arte e località turistiche, che sembra non abbiano contagiato gli esercizi pubblici del nostro entroterra. Oltre agli “scontrini pazzi” ci sono stati – e quanta non è stata una novità – anche gli “scontrini inesistenti”, ovvero quelli che non vengono proprio rilasciati; un male assai diffuso, anche da noi.

T come “Tianniù”. È il cosiddetto “tarlo asiatico”, che ha infestato un centinaio di piante dell’oasi naturalistica di Abbadia di Fiastra. A fine agosto è iniziato l’abbattimento delle piante colpite dal tarlo, mentre serviranno ancora mesi per monitorare a fondo i 148 ettari della selva della Fondazione Giustiniani Bandini. Si tratta di un danno ambientale assai rilevante, fortunatamente scoperto in piena estate ed arginato in tempo.

U come università. Due università, Camerino e Macerata, che sono il “motore” delle due città, ma anche dell’intera provincia. L’ateneo di Camerino, che ha vissuto questa estate come il periodo di transizione tra il rettore Claudio Pettinari, giunto al termine del mandato, e il neo eletto Graziano Leoni, in carica dal prossimo novembre, ha avuto nel mese di luglio la soddisfazione di vedere premiato l’impegno di tanti anni con l’attribuzione del punteggio più alto tra tutte le università italiane nella classifica Censis, dove da venti anni è prima nella graduatoria dei piccoli atenei. In quest’ultima classifica anche Macerata è salita sul podio ed entrambe hanno ricevuto in questi mesi riconoscimenti nel campo della ricerca per alcuni dei rispettivi settori e dipartimenti.

V come vino. Solitamente di vino si parla in autunno, alla fine della stagione della vendemmia, ma i cambiamenti climatici degli ultimi tempi hanno progressivamente anticipato la maturazione delle uve. In piena estate l’argomento è stato al centro delle preoccupazioni dei produttori, che temono una minore produzione valutata, nelle Marche, fino al 20%. L’arrivo in ritardo della bella stagione, poi alcune forti piogge e grandinate, non ultimo la comparsa in alcune zone della “peronospora”, fungo patogeno strettamente legato alla vite, hanno costretto i vitivinicoltori ad un super lavoro estivo per garantire la qualità dei nostri vini, tra i quali il Verdicchio di Matelica, sempre più apprezzato anche all’estero.

Z come zootecnia. Quella marchigiana gode di buon nome per la qualità delle carni, ma gli allevamenti dell’area dei Monti Sibillini hanno vissuto una nuova estate di tribolazioni. Gli allevatori della zona di Macerato, Visso e Ussita hanno denunciato a partire da luglio una forte carenza di acqua, peggiore rispetto agli anni passati. Il bestiame ne ha sofferto e non sempre le autobotti della protezione civile sono riuscite a sopperire al problema, che si sarebbe accentuato dopo il terremoto del 2016. Il sisma avrebbe, infatti, modificato la circolazione idrica sotterranea, con dissesti idrogeologici e prosciugamento di alcune sorgenti.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(articolo pubblicato in due parti sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 34 del 16 settembre e n. 35 del 23 settembre 2023)

 

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