Guido jr. Pantaleoni, dalla sbarco in Sicilia al “carceriere” tedesco.

Guido jr. Pantaleoni (foto) era un tenente colonnello dell’esercizio degli Stati uniti d’America che il 10 luglio di 80 anni fa, con altri centocinquantamila soldati americani ed inglesi, sbarcò sulle coste della Sicilia per dare una svolta alla seconda guerra mondiale e liberare l’Italia dall’occupazione nazista. Nelle sue vene scorreva sangue maceratese. Suo padre, Guido senior, infatti, era nato a Macerata nel 1858, secondogenito del medico e senatore Diomede Pantaleoni. 

Dopo la laurea in ingegneria meccanica, conseguita nel 1882 a Torino, Guido senior emigrò in America, dove divenne direttore generale della Westinghouse, colosso americano dell’energia e dal suo matrimonio con Ellen Morton nacque il 22 marzo 1900 a St. Louis City, nel Missouri, Guido junior.

Quando nel 1943, già padre di cinque figli, si trovò a sbarcare in Sicilia con la 2677th Compagnia dell’esercito Usa, Guido Junior probabilmente immaginò che, con l’avanzare delle operazioni militari lungo la penisola, presto avrebbe potuto raggiungere Macerata e visitare la casa dove era nato suo padre. Purtroppo egli non uscì vivo dall’isola. I suoi ultimi due giorni di vita meritano di essere conosciuti perché dimostrano come vincitori e vinti siano tutti vittime dell’irrazionalità della guerra e come dall’una e dall’altra parte ci siano storie umane e gesti di umanità che rendono ancora più assurdo ogni conflitto.

Guido jr. Pantaleoni fu fatto prigioniero dai tedeschi la mattina del 7 agosto nei pressi di Messina ed essendo lui un ufficiale americano (matricola 0-493627), il comando nazista chiese che fosse condotto presso il loro Quartiere generale per l’interrogatorio. Alfons Haller, il caporale tedesco incaricato di condurre Pantaleoni al comando, per non incappare nei continui bombardamenti degli angloamericani, fu costretto a compiere un lungo tragitto tra le campagne del messinese, con continue soste per ripararsi dagli attacchi aerei. 

Aiutandosi con il francese, lingua che entrambi conoscono, Pantaleoni e Haller parlano delle rispettive famiglie e ovviamente anche della guerra che stanno combattendo. Haller è gentile e premuroso nei confronti del prigioniero e Pantaleoni, sicuro della sconfitta del nazismo, dice al suo “carceriere” che presto sarà lui ad essere prigioniero degli americani.  

Dopo la notte trascorsa in un nascondiglio, all’alba dell’8 agosto Pantaleoni chiede una penna ed un foglio di carta. Dopo aver scritto, consegna il foglio al suo carceriere con queste parole: “quando sarai fatto prigioniero, fai vedere questo foglio”. Dodici ora più tardi l’automezzo su cui viaggiano salta su una mina e Guido jr Pantaleoni muore sul colpo.

Uscito vivo da quella disgrazia e dal seguito della guerra, nel 1949 Alfons Haller andò a New York per consegnare ad Helenka Adamowak, vedova di Guido jr. Pantaleoni, copia del rapporto che egli aveva presentato ai propri superiori, l’orologio e la lettera autografa di Guido junior con su scritto: “Alfons Haller, soldato tedesco, era una delle mie due guardie durante il mio viaggio come prigioniero dal fronte. Mi hanno salvato diverse volte dai bombardamenti degli aerei americani e mi hanno dato da mangiare dividendo equamente le loro scarse razioni. Apprezzerei qualsiasi cortesia che potreste estendere loro quando saranno a loro volta fatti prigionieri. Guido Pantaleoni Lt. Col. Aus 0-493627”.

La vicenda fu narrata dall’attrice americana Tea Leoni, nipote di Guido junior, quando nel 2015 venne a Macerata per conoscere la terra dei suoi avi, ospite della professoressa Gabriella Saretto, che viveva nella casa un tempo della famiglia Pantaleoni.  Il rapporto del caporale tedesco è stato poi riprodotto nel libro “Villa Isabella”, pubblicato nel 2017.

I resti mortali di Guido jr. Pantaleoni riposano nel cimitero americano di Nettuno.

© Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata, il 28 luglio 2023) 


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