Quei cavilli che danneggiano l’ambiente


Mesi fa alla Camera dei deputati, per denunciare lo stato di siccità dei corsi d’acqua, un parlamentare estrasse dalla tasca tre grossi sassi dicendo di averli raccolti nell’alveo di un fiume in secca. Fu accusato di aver violato la legge, che vieta di asportare materiali inerti dai fiumi. In seguito, con gli eventi alluvionali sfociati in tragedia in Romagna, il dibattito si è spostato sulla tutela del territorio e - come sempre capita in occasione di allagamenti e frane – molta colpa è stata attribuita agli stravolgimenti climatici. Mai si parla di mancata cura dell’ambiente e della burocrazia che applica, spesso in modo ottuso, quella stessa legge violata dal deputato.

Di recente a Tolentino un tronco d’albero ha impedito la completa chiusura della paratia del lago delle Grazie (nella foto), aperta per evitare la tracimazione durante un temporale. L’incidente ha provocando il prosciugamento del bacino e si è così scoperto che il lago, a causa dell’innalzamento del fondo dovuto alle grandi quantità di terra e pietrisco trasportati negli anni dal fiume Chienti, ha perso gran parte della originaria profondità. Il rischio è che col tempo esso diventi poco più che un pantano, perdendo ogni capacità di contenimento delle acque.

Una dozzina di anni fa l’alluvione di Sambucheto fu causata dall’esondazione del Potenza, il cui alveo – per l’abbondanza dei detriti acculatisi – si era innalzato quasi alla quota dei terreni attraversati.

Perché fiumi e laghi non vengono puliti? Eppure mantenere la giusta profondità del letto offrirebbe più sicurezza in caso di piena. Sta di fatto che l’accavallarsi di norme idrogeologiche, paesaggistiche e floro-faunistiche, nonché il sovrapporsi di competenze tra Stato, Regione e Autorità di bacino rendono lunghi i tempi per le autorizzazioni, che spesso vengono pure negate. Finisce così che proprio coloro che operano per la tutela ambientale, sollevando eccessivi cavilli, a volte finiscono per causare il peggior danno all’ambiente.

© Alessandro Feliziani /QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato domenica 25 giugno sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata)


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