100 anni di Jacovitti, che si scoprì artista a Macerata



Lo zaino in spalla per andare a scuola è una consuetudine ormai relativamente recente, che accomuna alunni e studenti di ogni età. Generazioni di studenti che hanno frequentato le medie e le superiori tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, invece, libri e quaderni li portavano generalmente sotto il braccio, legati con una cinta elastica in grado di tenerli ben stretti. E proprio sotto quella cinta, in ben evidenza, c’era sempre il diario scolastico, una sorta di “compagno di vita”. Ebbene, fino al 1980 – anno della sua ultima edizione – almeno in due casi su tre, quel diario era un “Diario Vitt”. Fu ideato dalla casa editrice cattolica AVE e il nome Vitt stava a richiamare “Il Vittorioso”, il diffuso settimanale a fumetti dello stesso editore, rivolto essenzialmente ai giovani.

Il “Diario Vitt” fu lanciato sul mercato nel 1949 e a partire dai primi anni Cinquanta la sua popolarità tra gli studenti crebbe rapidamente anno dopo anno, diventando subito un vero e proprio caso editoriale e ben presto anche un fenomeno di costume. Ogni fine estate, infatti, quando si avvicinava l’inizio dell’anno scolastico, i ragazzi – prima ancora di acquistare i libri di testo – si preoccupavano di prenotare in libreria o in cartoleria il nuovo Diario Vitt, che ben presto venne comunemente chiamato “Diario Jacovitti”, dal nome dell’illustratore e fumettista che annualmente lo impreziosiva con disegni e vignette.  

Nell’intenzione originaria dell’editore il diario scolastico avrebbe dovuto svolgere una finalità essenzialmente pedagogica. Infatti prevedeva brevi testi scritti, affidati di anno in anno ad illustri scrittori e giornalisti, tra i quali Indro Montanelli, Sergio Zavoli e un ancor giovane Piero Badaloni. La parte disegnata sarebbe dovuta rimanere di supporto alla parte scritta, ma quando – sin dalla seconda edizione – le illustrazioni furono affidate a Benito Jacovitti, già “matita di punta” de Il Vittorioso, disegni e vignette presero a mano a mano il sopravvento, decretando il successo del diario e la grande popolarità dell’autore. Ad attrarre i ragazzi erano i famosi personaggi ideati da Jacovitti: Pippo, Pertica e Palla, Jach Mandolino, l’Arcipoliziotto, Coccobill (personaggio creato in origine per il quotidiano Il Giorno) e poi i tanti oggetti “animati” disseminati pagina dopo pagina: salami, dadi volanti, vermetti, pettini, ossa, nasi a forma di pistola e altro ancora. 

Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Benito Jacovitti (Termoli 1923 – Roma 1997). Macerata, che lo ebbe tra i suoi residenti quando il futuro illustratore era adolescente, lo ha celebrato la settimana scorsa con un convegno nell’ambito della rassegna libraria “Macerata racconta”, mentre il Liceo artistico “Cantalamessa”, che lo ebbe tra i suoi allievi quando l’istituto era ancora la regia Scuola d’Arte, lo ha ricordato con una mostra di lavori (3-18 maggio) realizzati da alunni ed ex alunni, ispirati ai personaggi e alle tecniche di Jacovitti.

Gli anni trascorsi a Macerata rappresentarono per Benito il periodo della formazione scolastica ed anche quello della sua embrionale formazione artistica. Arrivò a Macerata, con la sua famiglia (il padre era un ferroviere), all’età di 9 anni, nel 1932 e vi rimase fino all’anno scolastico 1938-39.

Le pagelle, conservate nell’archivio del liceo artistico maceratese, testimoniano un ottimo profitto negli studi in tutte le materie, tanto da ottenere ogni anno premi in denaro destinati agli alunni più meritevoli.

Il padre Michele, terminati i suoi turni di lavoro alla stazione ferroviaria, la sera faceva l’operatore di macchina presso la sala cinematografica di Macerata e Benito andava con lui, potendo così vedere gratis decine di film. Questa precoce frequentazione e la voracità con cui il ragazzo leggeva il Corriere dei Piccoli ed altri fumetti dell’epoca, contribuirono ad accendere in Jacovitti la passione per l’illustrazione ed il disegno, facendo presto scoprire la sua innata vena artistica.

Il caricaturista maceratese Lamberto Piermattei, scomparso una decina di anni fa, era stato compagno di classe di Jacovitti nei due anni della scuola d’arte e una ventina d’anni fa, dando alle stampe un libro di ricordi (“Il pavone nudo”, Studio Lampi, Pollenza 2002, pp. 222, euro 12), rievocava l’amicizia nata tra i due allora ragazzi: la Messa domenicale frequentata insieme nella chiesa di San Giovanni, le ore trascorse a casa dell’uno o dell’altro, le vignette che Jacovitti disegnava a getto continuo. “A scuola – scrive Piermattei nel libro – facevamo ressa, compagni e professori, intorno al suo tavolo per assistere alle prodigiose acrobazie che la sua penna faceva su enormi fogli di carta. Con la punta della lingua tra le labbra, cominciava disegnando direttamente nel mezzo del foglio, con l’inchiostro di China, un piccolo cerchio con quattro puntini dentro. Era un bottone; poi altri bottoni, poi la giacca, i pantaloni, poi l’omino intero, poi tanti omini che animavano la scena …..”.

Svelata anche l’origine della “lisca di pesce”, disegnata da Jacovitti in tante delle sue tavole e vignette. Quando frequentava la scuola a Macerata, a causa della sua eccessiva magrezza, Benito Jacovitti fu soprannominato dai compagni “Spina di pesce”; così lui quando faceva le vignette per i suoi amici, nell’angolo in basso a destra del foglio si firmava disegnando una lisca. La disegnò anche nel 1938 in una vignetta umoristica con la quale partecipò ad un concorso della “Domenica del Corriere”. Quella vignetta, che gli fu pubblicata e retribuita con due lire, può essere considerata l’inizio ufficiale della sua carriera artistica. Carriera che prese a correre nel 1940, quando, appena diciassettenne, da poco trasferitosi con la famiglia a Firenze, fu subito ingaggiato da “Il Vittorioso” con una interessante offerta economica. Esordì con i personaggi Pippo, Pertica e Palla, protagonisti di una serie di avventure ispirate alle comiche di Stanlio e Ollio, che anni prima aveva imparato a conoscere proprio nel cinema di Macerata.

In occasione del centenario della nascita, l’editore Balloon’s Art di Roma ha pubblicato un volume, “100 anni con Jacovitti”, con testi di Stefano Milioni e Edgardo Colabelli, prefazione di Vincenzo Mollica e illustrazioni tratte dall’archivio Jacovitti, pp 210, euro 28.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sabato 13 maggio sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 18-2023)


Commenti

  1. Suggerirei di istituire una raccolta firme per sollecitare l'amministrazione di Macerata ad intitolare luogo pubblico o ludoteca al Maestro. Avendo il piacere e l'onore di conoscere sia Edgardo Colabelli personalmente che Silvia Jacovittti , per ora soltanto telefonicamente, si sarebbero concrete possibilità che la stessa Silvia potesse essere presente all'individuazione stessa.

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