Tonì Bellesi (1927 - 2013), caricaturista “garbato”.

Quarant’anni fa Virginio Bonifazi, pittore e scultore maceratese noto con il nome d’arte di Virgì, più conosciuto come caricaturista, propose ai responsabili della Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte di Tolentino di organizzare una rassegna dedicata ai caricaturisti delle Marche. Lui stesso, con l’aiuto dell’amico Giulio Bruschi, si mise a fare una sorta di censimento. Tra nomi illustri vissuti a cavallo tra ‘800 e ‘900, come Gabriele Galantara di Montelupone, Cesare Giri di San Severino, Cesare Marcorelli di Tolentino e molti altri allora ancora in attività, fece una lista di una trentina di nomi. Delle (all’epoca) quattro province marchigiane, quella di Macerata risultava la più rappresentativa, con ben dodici caricaturisti. Di tutti, tra collezioni pubbliche e private, furono trovate diverse opere significative e nel settembre del 1984 a Palazzo Sangallo di Tolentino si tenne la mostra dei caricaturisti marchigiani. Tra loro figurava un caricaturista di cui nessuno aveva allora sentito mai parlare: Antonio Bellesi (alias Tonì, come si firmava) di Belforte del Chienti (1927-2013). 

Nel catalogo di quella mostra, Bonifazi e Bruschi scrissero: “Noi stessi lo abbiamo scoperto per caso…” In effetti quella mostra permise di scoprire una caricaturista di valore dal carattere riservato e tranquillo, che si divideva tra il lavoro di impiegato di banca a Macerata e la passione per il disegno di cui aveva sentito la vocazione sin dai tempi della scuola elementare, incoraggiato dal suo maestro Giovanni Ginobili, il maggiore cultore del folklore, delle tradizioni e dei dialetti delle Marche, al quale nel 1992 (centenario della nascita) Tonì dedicò una celebre caricatura. 

Ancora studente aveva collaborato per un certo periodo di tempo, con disegni e caricature, al quotidiano "II Popolo di Roma", che cessò le pubblicazioni negli anni della seconda guerra mondiale.

Dopo la “scoperta” nel 1984, Tonì, come ormai veniva chiamato nell’ambiente, si fece coinvolgere nella partecipazione a mostra e rassegne, da cui – per il suo carattere schivo - in passato si era volontariamente sempre tenuto a disparte. Entrato nel “giro” fu subito molto apprezzato dai colleghi e dagli addetti ai lavori che gradivano le sue caricature, sempre connotate da un “garbato umorismo”. 

Oggetto delle sue caricature erano indistintamente personaggi della politica nazionale ed internazionale (Cossiga, De Mita, Gheddafi, Carlo e Diana d’Inghilterra) o del giornalismo (Montanelli, Forattini), ma anche amici e personaggi locali. Lucio Del Gobbo, critico d’arte di Macerata, ricorda come Tonì Bellesi disegnasse sempre a memoria: “Fare un ritratto per lui non era solo un pretesto per disegnare o, come spesso avviene, per individuare le caratteristiche fisionomiche di un volto, magari deformandole, ma un modo di evocare un personaggio e, spesso, di ricordarlo con sentimento, cercando di creare un'immagine che assommi in sé le caratteristiche fisiche ed anche la personalità dell'individuo ritratto”.

Che quello di Bellesi fosse stato un talento rimasto a lungo nascosto lo dimostra il primo premio da lui ottenuto nel 1991 alla Biennale dell’Umorismo di Tolentino, che  fu inaugurata da Federico Fellini e Giulietta Masina, una circostanza che contribuì a rendere ancora più "mitica" la splendida affermazione di Tonì. Vinse con una caricatura di Giacomo Manzù, che mise d’accordo l’intera giuria, di cui facevano parte, tra gli altri, Vincenzo Mollica, Luciano Trojano, Danilo Interlenghi, il direttore del ministero per i beni culturali Sante Serangeli e il rettore dell’università di Camerino Mario Giannella. 

Antonio Mele, che era all’epoca direttore artistico della Biennale, ricordava tempo fa quella festosa cerimonia della premiazione: “un momento magico per Antonio Bellesi, che vincendo l'ambita "Targa Mari" - massimo riconoscimento per i Caricaturisti di tutto il mondo - aggiungeva ai suoi molti meriti artistici e umani un attestato internazionale di eccezionale prestigio. Nonostante tutto, il gentiluomo belfortese Antonio Bellesi non volle sentirsi ‘personaggio’ nemmeno in quella occasione. La sua connaturata riservatezza e la sua gentilezza di uomo sono state semplicemente segni d'amore, che si sono integrati in perfetta assonanza con la sua prorompente e sanguigna energia di caricaturista”.

Alcune selezionate opere di Tonì Bellesi nel 2006 furono esposte al Castello della Rancia di Tolentino nell’ambito della mostra “La Tentazione Comica, satira e caricatura contemporanea tra le Marche e Roma", accanto a quelle di noti ad affermati caricaturisti e disegnatori umoristici, tra i quali Leonardo Cemak, Mauro Cicare', Marco Martellini e Massimo Bucchi, “editorialista satirico" de’ La Repubblica.

Quest’anno ricorre il decimo anniversario della scomparsa, avvenuta a Belforte del Chienti il 13 gennaio 2013. Un’occasione propizia per ricordare Tonì Bellesi attraverso un’esposizione delle sue opere nel paese cui era molto legato o, perché no, nell’ambito della prossima Biennale dell’Umorismo di Tolentino.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 2 del 21 gennaio 2023)

Nella foto: L’autocaricatura di Tonì,  con a destra la caricatura di Giacomo Manzù,  con la quale nel 1991 Antonio Bellesi vinse il “Premio Mari” alla Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte di Tolentino.


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