Diario di una turista maceratese di metà ‘800

Donatella Fioretti, Dalle Marche all’Europa. Il Diario di Elisabetta Bruti Liberati in viaggio per Londra (1851), Eum, Macerata 2018, pp. 268, Euro 24.


© Il turismo è oggi la principale industria del mondo, ma non è sempre stato così. Nei secoli passati a viaggiare per turismo, specialmente all’estero, erano essenzialmente artisti, aristocratici e persone con grande disponibilità economica. Le narrazioni dei loro viaggi sono diventare anche opere letterarie, come nel caso di Wolfgnag Goethe e, ancora molto prima, di Michele de Montaigne, che visitò anche le Marche. 

In questo filone di racconti di viaggio ben s’inserisce il “diario” della nobildonna Elisabetta Ricci (1811 – 1890), che a metà dell’Ottocento, insieme al marito Giovanni Battista Bruti Liberati (1801 – 1868), discendente di una famiglia originaria di Visso, parte da Macerata per un lungo viaggio in Europa.

Il diario, “scritto con calligrafia sottile ed elegante su 523 colonne di mezza facciata per pagina”, conservato nella biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, è stato pubblicato dalla professoressa Donatella Fioretti in un volume edito da Eum, casa editrice dell’ateneo maceratese. 

Il tour in Europa dei coniugi Bruti Liberati inizia il 21 agosto 1851, per concludersi con il rientro a Macerata il 30 ottobre, dopo aver attraversato parte dell’Italia, l’intera Francia, parte dell’Inghilterra, quindi la Germania e l’Austria.

Settantuno giorni di spostamenti e soggiorni, che – osserva l’autrice del volume – Elisabetta annota con grande scrupolo e precisione nel diario, “redatto secondo una scansione precisa di tempi e luoghi”. Nel giorno della partenza, ad esempio, si legge che il viaggio inizia alle ore 2 e mezza di notte con una vettura a due cavalli. Dopo aver attraversato Tolentino, Elisabetta e suo marito fanno sosta a Muccia per una “piccola refezione”. Quindi proseguono per Foligno, dove alle 6 e un quarto della sera prendono alloggio alla locanda “La Croce Bianca”. Tappa dopo tappa il quindicesimo giorno (4 settembre) i coniugi Bruti Liberati, ai quali nel frattempo si è unito il cognato di Elisabetta, Liberato Liberati, arrivano a Londra. Il soggiorno londinese, che più degli altri entusiasma Elisabetta, si protrae per dieci giorni. Quindi proseguono per Parigi per un soggiorno ancora più lungo e, solo al momento di ripartire per Bruxelles, Elisabetta scopre – dolendosene per non averlo potuto incontrare – che nella capitale francese era presente in quei giorni il loro concittadino marchese Domenico Ricci. Spesso all’inizio di ogni pagina del diario sono descritte le frequenti “levatacce mattutine”, dovute agli spostamenti da una città all’altra. Il 6 ottobre inizia il soggiorno a Berlino, poi Desdra, Lipsia, Vienna, Trieste, Ancona e quindi Macerata, dove il lungo viaggio si conclude alle 5 e tre quarti pomeridiane del 30 ottobre e – scrive Elisabetta - “grande è stato il piacere di rivedere la nostra casa”.

Nel “Diario” c’è sempre un’attenta e minuziosa descrizione dei luoghi, degli spettacoli teatrali cui Elisabetta assiste, dei costumi e delle usanze locali, ma nello stesso tempo – fa notare nel saggio introduttivo la professoressa Fioretti – emerge anche una scrittura autobiografica, in cui Elisabetta Bruti Liberati “racconta di sé, scrive delle proprie azioni, pensieri e sentimenti”.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sabato 30 luglio 2022 sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 29)


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