Nella grande Roma, con il cuore a Treia.
© Dolores Prato appartiene a quella schiera di personaggi, non solo della letteratura, che hanno acquisito fama dopo la loro morte. Per tale destino e per altre circostanze, la possiamo accostare alla prolifica poetessa Emily Dickinson, che in vita riuscì a pubblicare solo una minima parte delle proprie opere.
Nata a Roma nl 1898 e morta ad Anzio nel 1983, Dolores Prato deve molto della sua attuale notorietà all’opera di divulgazione svolta negli ultimi trent’anni dalla città di Treia. Qui, infatti, l’autrice trascorse l’infanzia e l’adolescenza e a Treia rimase sempre intimamente legata, tanto da ambientarvi il suo romanzo in chiave autobiografica “Giù la piazza non c’è nessuno”, che il giornalista e critico letterario di San Severino Giorgio Zampa fece pubblicare nel 1997 da Mondadori nella versione integrale, ripagando coì post-mortem l’autrice della delusione avuta quando, già ottantaduenne, nel 1980 ne vide pubblicata da Einaudi una versione largamente ridotta e stravolta, curata da Natalia Ginzburg.
Dopo aver insegnato a lungo nelle scuole statali, tra cui a Macerata e a San Ginesio, Dolores Prato si ritirò definitivamente nella sua città natale, ben accolta nella cerchia di intellettuali, scrittori e giornalisti. Nella Capitale collaborò con diversi giornali, subendo spesso tagli e rifiuti, ma vincendo anche alcuni premi. Pubblicò sull’Osservatore romano e su altri periodici cattolici, ma dal 1950 scrisse con costanza, fino agli anni Settanta, per “Paese Sera”. Di questa produzione giornalistica per il quotidiano romano, Valentina Polci, assegnista di ricerca presso l’università di Macerata, che da anni si occupa di Dolores Prato, ha raccolto e ordinato per l’editore Quodlibet una trentina di articoli, pubblicati con ampio corredo di note e un breve saggio critico della stessa curatrice.
Si tratta per la maggior parte di elzeviri su Roma, spesso di carattere letterario, artistico, storico. Digressioni sulla romanità, che esulavano dalla cronaca, ma che spesso da essa traevano spunto. Alcuni titoli: “Una strada di Roma”, “I gatti insidiano l’eternità di Roma”, “Trastevere, terra dove ogni leggenda è vera”, “Il mondo sottosopra”, “Distruzioni autorizzate”. Quasi sempre sono una celebrazione della “vecchia Roma”. L’articolo intitolato “Piccolo funerale” inizia così: “Roma cresce, eppure se ne va. Un pezzetto alla volta, ora grosso ora minuscolo, Roma scompare. Al posto di lei, singolare e superba, subentra una città qualunque che gareggia con innumerevoli città qualsiasi…”.
Nel volume sono pubblicati anche alcuni inediti ritrovati nel cospicuo carteggio di Dolores Prato conservato nell’archivio privato Ferri-Ferrari di Roma e, in parte, nell’archivio contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze.
©Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca
(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 34 di sabato 17 settembre 2022)
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