“Lu Pringipittu”, versione in dialetto di un classico della letteratura del ‘900.



A.De Saint-Exupéry, Lu Pringipittu, rescrittu co’ la parlata de Macerata da Agostino Regnicoli, Vydia editore, Montecassiano 2022, pp. 112, ill. euro 15.  


 “Ma l’òcchji non ce vede. ‘Ggna cercà co’ lu core”. È la traduzione in dialetto maceratese di una famosa frase (“Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore”) de’ “Il Piccolo Principe”, una delle opere di letteratura per l’infanzia più celebri del Novecento. 

Scritto dal francese Antoine De Saint-Exupéry e pubblicato la prima volta nel 1943, il racconto – incentrato sul senso della vita, sul significato dell’amore e dell’amicizia – è stato tradotto in oltre trecento lingue (compreso il latino) e dialetti diversi. Mancava una traduzione in dialetto maceratese ed ora c’è anche questa, grazie all’opera di trascrizione eseguita con estrema cura scientifica e passione dallo studioso del dialetto Agostino Regnicoli e all’iniziativa di Vydia editore di Montecassiano, che, con “Lu Pringipittu”, dà seguito alla collana di racconti dialettali “Case di Terra”.

Regnicoli, che da anni si occupa di fonetica e grafia dei dialetti locali, collaborando anche con “LaFos” (laboratorio di fonetica e scrittura dell’università di Macerata), ha già curato diversi testi dialettali in prosa, poesia e per il teatro. Un anno e mezzo fa aveva pubblicato, per i tipi della Eum, il saggio “Scrivere il dialetto: proposte ortografiche per le parlate delle aree maceratese-camerte e fermana”, con il quale si è classificato secondo al Premio nazionale “Salva la tua lingua locale 2021”. Proprio in tale manuale (si veda Orizzonti della Marca n. 9 del 6 marzo 2021) Regnicoli aveva trascritto, come esempio pratico, il primo capitolo de’ “Il Piccolo Principe”. Ora con “Lu Pringipittu” l’opera di trascrizione è completa. 

Il libro segue fedelmente la struttura dei ventisette capitoli dell’opera originale e il testo – come spiega l’autore nella premessa – cerca di bilanciare la fedeltà all’originale francese con la necessità di evitare ogni forzatura del dialetto, salvaguardandone la naturalezza nel racconto e nei dialoghi. 

Il volume, arricchito con i disegni originali realizzati dall’aristocratico scrittore francese per la prima edizione, offre al lettore utili avvertenze per la lettura del testo dialettale e in appendice un pratico glossario.

Il lavoro di Agostino Regnicoli potrà essere un valido supporto anche per le compagnie teatrali dialettali maceratesi, che, magari, vorranno mettere in scena l’opera di Antoine de Saint-Exupéry nella versione in vernacolo con tutti i suoi personaggi: lu vanitusu, lu mbriiacò, l’òmu d’affari, lu lambjonà, lu sgiògrafu, lì cacciatù. 

Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA del 9 luglio 2022 n. 26)



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