Marche, molto più che una piccola “Scozia”.



Se i premi, i riconoscimenti, i titoli, che ogni anno sono attributi a piccoli centri d’arte, ameni paesi di collina o di montagna e a località di mare hanno un senso, allora le Marche dovrebbero essere la meta più gettonata del turismo in Italia. Ma tutti sappiamo che così non è. 

Eppure la miglior promozione alla nostra regione la scrisse già quasi settant’anni fa Guido Piovene: “le Marche sono un condensato dell’Italia”. Quasi uno slogan, che – se ascoltato – avrebbe potuto cambiare le sorti di questi territori.  

Oggi le Marche sono ricche di “bandiere e vessilli” assegnati da organizzazioni nate per favorire la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico, artistico e culturale, oltre a promuovere un turismo che privilegi parametri di eco-sostenibilità dei luoghi.

Nei 180 chilometri della costa marchigiana sventolano quest’anno ben 17 delle 210 “bandiere blu” assegnate dalla “Foundation for Environmental Education (Fee)” lungo gli ottomila chilometri di coste italiane. Le tre località marine della provincia maceratese che si affacciano sull’Adriatico (Porto Recanati, Porto Potenza Picena e Civitanova) sono state tutte e tre insignite del riconoscimento di qualità ambientale, poiché le acque del loro mare sono risultate “eccellenti” negli ultimi quattro anni.

Sono ancora di più (24) le “Bandiere arancioni”, marchio di qualità turistico-ambientale assegnato dal Touring Club Italiano ai paesi in cui – recita la motivazione di fondo – “la tutela del territorio e del patrimonio è connessa all’autenticità di un’esperienza di viaggio”. Su 262 “vessilli”, le Marche ne contano ben 24, grazie al recente “ingresso” di Cingoli.  Quasi il dieci per cento dell’Italia intera, tanto da risultare la terza regione d’Italia con il maggior numero di “bandiere arancioni”, dopo Liguria (40) e Toscana (38). E, se guardiamo l’elenco delle località marchigiane, salta subito all’occhio come la provincia di Macerata predomini sulle altre, con ben nove “bandiere”: Camerino, Cingoli, Montecassiano, Montelupone, San Ginesio, Sarnano, Urbisaglia, Valfornace e Visso.  

Per sei di questi comuni la “Bandiera arancione” non è il solo vessillo che sventola sul campanile o la torre municipale. Cingoli, Montecassiano, Montelupone, San Ginesio, Sarnano e Visso, infatti, sono paesi che negli anni sono stati insigniti anche del titolo “I borghi più belli d’Italia”, riconoscimento istituito nel 2001 dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), per premiare quei piccoli centri, che – pur ai margini dei grandi flussi turistici – meritano di essere conosciuti e visitati per la loro “offerta di atmosfere, odori e sapori, che fanno diventare la tipicità un modello di vita da ‘gustare’ con tutti i sensi”. 

Oltre ai sei nominati, anche Esanatoglia, Montecosao e Treia vantano lo stesso riconoscimento, facendo salire anche qui a nove il numero dei comuni della provincia di Macerata insigniti del titolo “I borghi più belli d’Italia”. Una classificazione che vede le Marche – trenta paesi inclusi nel palmares – al primo posto tra le regioni italiane.

C’è poi San Ginesio, che ha fatto un salto ulteriore, conquistando il “Best Tourism Villages”, titolo assegnato dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) a piccole località, che mettano a frutto le potenzialità del turismo per salvaguardare le comunità locali.

Così dipinto, questo quadro territoriale, pieno di piccole realtà diffuse su appena novemila chilometri quadrati, tra il mare e alcune delle vette più alte degli Appennini, potrebbe sembrare una sorta di piccola “Scozia italiana”. In effetti è anche meglio della vera Scozia, se non altro per il clima, che qui rende più lunghe le belle stagioni. Quello di cui le Marche difetta rispetto alla Scozia è la capacità di farsi scoprire. Chi per la prima volta visita queste terre ne resta meravigliato, ma anche sorpreso nell’avvertire qualcosa che manca: la capacità di fare rete. 

Le svariate potenzialità turistiche del territorio sono sepolte sotto la diffusa autoreferenzialità, che impedisce di mettere a sistema il patrimonio comune e le differenti specificità dei luoghi. 

Lo scorso mese di giugno la Camera di commercio delle Marche ha organizzato un evento, che ha avuto per relatori diversi esperti di organizzazioni e reti turistiche. È stato spiegato che il turista desideroso di avventurarsi fuori dai grandi itinerari è essenzialmente una persona alla ricerca di “emozioni”. Ciò significa, ad esempio, che se per la prima volta assaggia un prodotto tipico, come può essere il ciauscolo, non gli basta gustarlo, ma ne vuol conoscere la storia e gradirebbe visitare anche un laboratorio di produzione. 

Fare reti tra comuni, tra imprenditori del settore, tra associazioni locali, significa organizzare e mettere a sistema servizi di qualità per il turista. Occorrono servizi in grado di trattenerlo più a lungo possibile, evitando presenze che spesso si consumano nell’arco di una mezza giornata.

C’è bisogno di reti in grado di intercettare le nuove esigenze del viaggiare per turismo: dalla digitalizzazione dei servizi collegati alle scelte della meta, dell’offerta, della prenotazione, alla realizzazione di strutture ricettive, come “l’albergo diffuso”. Sono necessarie, inoltre: una buona ristorazione legata al territorio, la possibilità di noleggiare biciclette elettriche, avere disponibilità di servizi di navetta, creare possibilità di praticare sport per tutti. 

È indispensabile – hanno ribadito gli esperti – che ogni servizio sia di qualità, poiché la qualità costituisce il vero valore aggiunto, che il turista percepisce e porta via con sé.

Il turismo, insomma, è un settore che si è notevolmente trasformato e non può essere gestito come venti o più anni fa. I tanti paesi delle Marche premiati con “bandiere” e “vessilli” debbono, però, compiere un altro un passo in avanti: diventare laboratori di crescita e di sviluppo, per loro stessi e per tutto il territorio.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

Nella foto: Gianmarco Tamberi (testimonial Regione Marche per la stagione turistica 2022) con sullo sfondo il lago di Fiastra

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 30 del 6 agosto 2022)


Commenti

Post più popolari