Cause infinite, la giustizia senza fiducia.



© Negli ultimi dodici anni la fiducia degli italiani nella magistratura è progressivamente calata, passando – secondo l’ultimo sondaggio – dal sessantotto al trentadue per cento: da più di due italiani su tre a meno di un italiano su tre. È il risultato di una crescente insoddisfazione per l’amministrazione giudiziaria. Lunghezza dei processi, continui rinvii di udienze, sviste procedurali ed errori, sentenze a volte non in linea con il comune senso di giustizia sono alcune delle cause denunciate dai partecipanti al sondaggio. 

In questo quadro e nel pieno della campagna elettorale per i cinque referendum sulla giustizia del 12 giugno, lunedì scorso si è svolto uno sciopero dei magistrati (a Macerata hanno aderito in pochi) contro la proposta di riforma Cartabia. 

Sciopero che ha diviso praticamente a metà la stessa magistratura e che molta gente non ha ben compreso. Prima di tutto perché si fa fatica ad immaginare i magistrati come comuni lavoratori dipendenti e in secondo luogo perché è difficile immaginare in Italia un reale pericolo per la loro indipendenza. Semmai è proprio quella piccola minoranza di magistrati, che non si è mai preoccupata di “apparire indipendente”, ad aver offuscato negli anni l’immagine dell’ordine giudiziario.

Lo stesso sondaggio demoscopico ha rivelato scetticismo degli italiani anche verso i referendum sulla giustizia, dimostrando come il referendum abrogativo – quando non riguardi questioni facilmente comprensibili e sentite, quali furono il divorzio e l’aborto – non sia uno strumento idoneo per intervenire sui tecnicismi delle leggi. Il solo quesito del referendum sulla “separazione delle carriere” si compone di ben 1.122 parole. Se al momento del voto l’elettore dovesse leggerlo per intero, fuori dei seggi si formerebbero file chilometriche. 

Insomma, la vera riforma della giustizia non si fa né con gli scioperi né con i referendum, ma con la riconquista da parte della magistratura della fiducia dei cittadini.

© Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato domenica 22 maggio 2022 su Il Resto del Carlino, edizione Macerata)

 

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