La vita e l’amore tra le macerie del terremoto.



M. Bini, Quando il cuore trema, Altromondo edizioni, Padova 2021, pp. 108, euro 10.

© Quando il terremoto del 2016 e tutte le successive traversie legate alla ricostruzione saranno finalmente solo tristi ricordi, le nuove generazioni, nell’ascoltare la narrazione degli avvenimenti di questi anni dai genitori o nonni, potranno percepire le diverse storie come parte di un lungo romanzo tramandato oralmente. Eppure il terremoto, che ha sconvolto l’entroterra marchigiano e la vita di migliaia di famiglie dell’Appennino centrale, un romanzo scritto lo ha già indirettamente prodotto. A scriverlo è stata una giovane mamma di Esanatoglia, Melania Bini, che attualmente lavora come ingegnere civile in un ente locale dell’anconetano.

L’autrice, che da ragazza amava scrivere poesie e brevi racconti da regalare agli amici, è stata spinta a riprendere la penna in mano dall’esperienza diretta vissuta oltre cinque anni fa.

Quelle scosse dell’estate e dell’autunno del 2016 le hanno fatto scoprire tutti quegli aspetti dei terremoti e del post terremoto che alla facoltà di ingegneria non si studiano, poiché nulla hanno a che fare con la geologia o con le tecniche costruttive.

Il romanzo, infatti, pur non tralasciando aspetti tecnici del sisma, l’organizzazione dei soccorsi, alcune incongruenze riscontrate nella fase dell’emergenza e per l’avvio della ricostruzione, che l’autrice dissemina tra le pagine con la precisione lessicale favorita dalla sua professione, è sostanzialmente una avvincente storia d’amore. L’attaccamento al proprio paese e alla propria terra, l’affetto per la tanta gente che soffre dopo aver perso un familiare o la propria casa, il forte senso del dovere fanno da sottofondo alla storia d’amore che nell’immediato post terremoto nasce e si consolida tra i due protagonisti, i quali, oltre a scoprirsi reciprocamente innamorati, appaiono anche “rapiti” dai rispettivi mestieri. 

Lei, Elisa, voce narrante, dopo essere stata estratta viva dalle macerie della propria casa – a differenza del padre che non ce l’ha fatta – ottiene, proprio a seguito del terremoto, il tanto sognato contratto da giornalista per la televisione. Quando, però, dopo poche settimane, si accorge che il direttore cerca di indurla a strumentalizzare il dolore della popolazione terremotata per aumentare lo “share” del telegiornale, Elisa si licenzia per poter continuare da giornalista indipendente a dare voce ai bisogni della gente, nel rispetto della sofferenza e della dignità delle persone. 

Lui, Marco, ha rinunciato a fare il medico, come avrebbero voluto i suoi genitori, entrambi medici, e ha preferito vestire la divisa di vigile del fuoco per salvare le persone, non dalle malattie, ma dagli imponderabili accadimenti di ogni giorno. Eventi in grado di far “tremare il cuore” di Elisa al solo pensiero che possano accadere.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 13 del 9 aprile 2022)


Commenti

Post più popolari