L'almanacco, un'altra vittima dell'era digitale.

Venditore di almanacchi (stampa d'epoca).


© Tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo anno gli astrologi sono ospiti fissi in TV. Non c’è programma d’intrattenimento che non proponga l’oroscopo e non mancano telespettatori desiderosi di conoscere cosa riserverà il nuovo anno. 

Complice il secondo anniversario di una pandemia che sembra voler riesplodere, è probabile che in questi giorni molti si sentano come il viandante leopardiano nel “Dialogo” con un venditore di almanacchi: più scettici che speranzosi. 

D’altronde nessuno dichiara di crederci, ma quando parla l’astrologo la tentazione di ascoltare vince sulla ragione. Lo stesso accade quando, leggendo un giornale, si arriva alla pagina dei segni zodiacali: spesso si è tentati di dare una sbirciatina, magari “solo per curiosità”...

L’odierno oroscopo “mordi e fuggi” è, tuttavia, solo una piccola parte dell’antico almanacco, molto diffuso già prima che due secoli fa Leopardi gli avesse dedicato una delle sue famose Operette morali. Presente in molte case fino ad alcuni decenni fa, oltre al calendario, l’almanacco comprende notizie astronomiche, levata del sole e ora del tramonto, fasi lunari, previsioni meteorologiche, lo zodiaco, anniversari, consigli per la coltivazione dell’orto e tante altre curiosità: un condensato del “sapere della comunità”, legato all’alternarsi delle stagioni. Per la ciclicità dei contenuti, l’almanacco ha rappresentato il più tradizionale “misuratore del tempo” e, forse proprio per questo, è caduto in disuso, così come le agende, quasi sparite dalla strenna natalizia di banche ed aziende. L’era digitale, infatti, ha scalzato ogni strumento analogico. Perfino l’orologio al polso è diventato superfluo. Abbiamo ogni cosa nello smartphone, dove tutto ci appare avulso dal contesto ciclico dell’anno, del giorno, dell’ora. Si perde così la cognizione del passato e del futuro, rischiando di rinunciare a quel vago senso di felicità, che anche il viandante leopardiano provava sperando in un domani migliore.

 © Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato domenica 2 gennaio 2020 sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata)


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