Tolentino, al via un "lavoro ben fatto".



© Uno dei grandi temi di questi anni è la cosiddetta “economia circolare”. Troppo spesso, però, se ne parla in termini poco comprensibili alla gente comune e soprattutto ai più giovani. Rivolto proprio a quest’ultimi, è appena iniziato a Tolentino un corso che – oltre a spiegare come contrastare la dominante “cultura dello scarto” delle cose di uso comune – vuole rendere i giovani protagonisti di una delle azioni previste dal piano d’azione dell’Unione Europea in materia di economia circolare, cioè il “diritto alla riparazione”. Sotto la guida degli artigiani Federico Ferretti e Desy Michelini, ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni frequentano un “laboratorio di restauro e riuso”, dove imparano a restaurare una sedia o una libreria, a riparare un utensile o un piccolo elettrodomestico. Rendere la vita degli oggetti più lunga possibile, infatti, è il primo passo per educare al rispetto dell’ambiente e a contrastare il consumismo più sfrenato.

Il corso è uno dei tre con i quali è stato avviato un progetto più ampio ed articolato, ideato e promosso dal Circolo culturale “Tullio Colsalvatico” di Tolentino, in collaborazione con l’associazione “Diaframma zero”, volto ad educare alla bellezza, a recuperare antichi mestieri e a sviluppare “l’intelligenza delle mani”, cioè quell’esercizio che già Maria Montessori sosteneva utile a “scolpire il cervello” e rafforzare l’apprendimento.

Gli altri due corsi, che si svolgono contestualmente a quello di restauro e riuso, riguardano: la fotografia analogica, con un laboratorio di sviluppo e stampa in camera oscura, coordinato dal fotografo di origine portoghese Ruben Almeida Pinto e un laboratorio di pelletteria guidato da Beatrice Donati, da tempo impegnata nella realizzazione di oggetti di design ecosostenibili.

“Abbiamo chiamato il progetto «Un lavoro ben fatto» – spiega la coordinatrice Fiorella Sampaolo – perché l’idea è nata con tre principali obiettivi educativi per adolescenti. Il primo è quello di trasmettere loro la consapevolezza del saper creare, di stimolare il gusto per il bello, di far emergere le passioni e far scoprire ad ognuno le proprie attitudini e i propri interessi, collegati con le capacità manuali. Il secondo è quello di far conoscere ai ragazzi di Tolentino i mestieri tradizionali del territorio e i relativi valori. Il terzo, promuovere la partecipazione dei giovani alla vita sociale e lavorativa”.

I laboratori, frequentati da una trentina di giovani, si svolgono settimanalmente all’interno di “Fabrica city”, una struttura di volontariato sociale, ricavata all’interno di un vecchio deposito ferroviario situato accanto alla stazione di Tolentino, concesso in comodato d’uso dalle Ferrovie dello Stato. L’immobile è stato riadattato allo scopo ed internamente è stato riorganizzato con una camera oscura ed altre attrezzature per i tre laboratori. Il tutto è stato possibile utilizzando un finanziamento di ventiseimila euro concesso dalla regione Marche, attingendo da risorse del ministero per il lavoro e le politiche sociali.

Il progetto “Lavoro ben fatto” prevede entro il 2022 anche una mappatura degli antichi mestieri nel territorio di Tolentino e una serie incontri pubblici su temi ed aspetti legati alle attività industriali e artigianali tipiche della realtà locale.

© Alessandro Feliziani /Emmaus-Avvenire

Nella foto (di Fiorella Sampaolo), Federico Ferretti e Desy Michelini in un precedente evento di Fabrica city.

(Articolo pubblicato il 21 dicembre 2021 su Emmaus, inserto mensile del quotidiano Avvenire)


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