Il libro che non c'è...

© In Italia, che detiene uno dei più bassi indici europei di lettura di libri tra la popolazione adulta, operano quasi cinquemila editori. Tra novità e ristampe si pubblicano circa ottantamila titoli l’anno, più di duecento al giorno (dati tratti dal rapporto sullo stato dell’editoria 2020). Nella sola regione Marche, nel 2019, erano in attività trentadue case editrici, che nei dodici mesi hanno pubblicato 1.305 titoli (686 tra narrativa e saggi, 23 libri per ragazzi, il resto testi scolastici ed educativi). A questi libri occorre aggiungere un numero imprecisato di volumi editi in proprio dagli autori e da associazioni culturali, molto spesso riguardanti argomenti di storia locale. Se Orizzonti della Marca dovesse recensirli tutti, non sarebbe sufficiente una pagina ogni settimana.

In un panorama come questo può sembrare assurdo desiderare “il libro …che non c’è”. Sicuramente non è un problema per chi – ed è la stragrande maggioranza – legge da zero a tre libri l’anno. Per queste persone non è neppure necessario avere una libreria.

Un libro manca sempre, invece, in casa di coloro che i libri li “divorano”, che ne sono così “avidi” da comprarne più di quanti ne riescano a leggere e che non se ne disfano per alcun motivo. In questi casi, a volte, il libro c’è, ma non lo si trova perché nascosto tra le triple file negli scaffali delle librerie (una sola a volte non è sufficiente a custodirli tutti), disseminate in più stanze della casa o – non è raro – in cantina. Tempo fa ne ho acquistato uno al mercatino dell’usato e aveva un odore misto di muffa e vino.

Spesso il libro che manca nella propria libreria è quello che si è visto in biblioteca, lo si è letto ed apprezzato così tanto da desiderare di averlo, ma ormai non è più in commercio o è così antico che il prezzo d’antiquariato è proibitivo per le proprie tasche.

Qualche volta, invece, il “libro …che non c’è” è quello che si vorrebbe scrivere e che non si è mai riusciti a farlo. Un libro desiderato non tanto perché sia letto, quanto piuttosto per il piacere di scriverlo.

Dieci anni fa, partecipando con un piccolo contributo alla pubblicazione di un volume collettaneo, mi ero riproposto di trasformare quel mio breve capitolo in un libro, ma il materiale accumulato è ancora chiuso in una cartella in fondo ad un cassetto. E chissà se un giorno questo libro ci sarà.

Quello che invece non c’è, ma c’è stato, e ormai non ci sarà più, è la raccolta dei diari di Jacovitti dei tre anni delle medie e dei cinque anni delle superiori. Diari che allora erano più preziosi dei libri di testo, perché, oltre alle illustrazioni e vignette del celebre fumettista, contenevano anche i miei scarabocchi, disegni, figurine incollate e altre scemenze. Più che diari scolastici sono stati diari dell’adolescenza. Buttati via? Perduti in un trasloco? Chissà! Voi direte: ma non erano libri! È vero, ma dopo più di cinquant’anni quegli otto diari un libro lo potevano diventare.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 40 del 23 ottobre 2021)


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