Alcuni grandi marchigiani che hanno segnato la storia.
© “Italia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, ……!”. Questa scritta, che campeggia sul Palazzo della Civiltà Italiana nel quartiere Eur a Roma, potrebbe essere benissimo adattata per parlare dei marchigiani, i cui tanti nomi sono ormai scolpiti nella millenaria storia artistico-culturale, filosofico-religiosa, giuridica, scientifica ed economica. A dimostrare come le Marche – regione da sempre considerata “marginale” nata da aggregazione di terre e di civiltà diverse – abbiano nel corso dei secoli dato grande contributo a tutte le attività umane, è il nuovo libro del matelicese Matteo Parrini, dedicato a trentasei personaggi che, con le loro opere, hanno dato lustro alla terra di origine, lasciando un segno nella storia italiana e internazionale.
I vari capitoli, uno per ciascun personaggio, seguono un ordine cronologico: da Stamira, l’eroina anconetana del XII secolo, fino ad Enrico Mattei, l’autore del miracolo economico italiano. In mezzo ci sono artisti (Gentile da Fabriano, Raffaello, Bramante), musicisti (Pergolesi, Spontini, Rossini), poeti e letterati (Annibal Caro, Leopardi), giuristi (Bartolo da Sassoferrato, Alberico Gentili), santi (Silvestro Guzzolini, Nicola da Tolentino, Giacomo della Marca, Giuseppe da Copertino, Maria Goretti), papi (Sisto V, Pio IX) e poi ancora: Bartolomeo Eustachio, padre Matteo Ricci, il cardinale Pietro Gasparri, Romolo Murri, Beniamino Gigli, Maria Montessori, Luigi Albertini ed altri.
Dopo aver letto i trentasei capitoli, ricchi di notizie storico-biografiche, ma anche di aneddoti, si possono far proprie due considerazioni sui marchigiani, che – come annotato dall’autore – sono state espresse, a distanza di più di un secolo l’una dall’altra, da due noti giornalisti, Guglielmo Stefani ed Ermete Grifoni. Il primo, fondatore a metà dell’Ottocento della prima agenzia di stampa italiana, disse dei marchigiani: “Sono essi in generale molto diligenti, industriosi ed attivi”. Il secondo, caporedattore della Rai tra gli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso, ha scritto: “Il marchigiano non si vede perché è modesto, ma si sente perché di lui parlano le opere”.
Un libro prezioso questo di Parrini, che tra i suoi pregi ha anche quello di far conoscere personaggi poco noti o addirittura sconosciuti ai più, come ad esempio Antonio Latini (“codificatore” della pasta con il pomodoro) o Maria Alinda Bonacci (poetessa che si spese per i diritti delle donne). L’unico appunto che si può fare al volume è che dopo averlo letto vengono alla mente tanti altri personaggi “assenti” nelle oltre quattrocento pagine. Che sia questo un incitamento all’autore a scrivere al più presto un seguito.
© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca
(Articolo pubblicato sul settimanale Orizzonti della Marca n. 45 del 27 novembre 2021)
Commenti
Posta un commento