Settant'anni fa il primo consiglio provinciale di Macerata dall'inizio della Repubblica.
© Lo scorso 28 giugno ha compiuto settant’anni il consiglio provinciale di Macerata. Forse è meglio dire che avrebbe compiuto settant’anni, perché l’attuale consiglio provinciale è tutta un’altra cosa rispetto all’originaria istituzione del 1951. Cinque anni fa, infatti, una legge gli ha cambiato pelle. Nelle intenzioni di coloro che due anni prima l’avevano approvata, sarebbe dovuta essere poco più di una transitoria formalità per giungere alla definitiva soppressione delle province. Ma così non è stato e dal 2016 il consiglio provinciale è privato di quella ampia rappresentatività democratica a suffragio universale che è stata a lungo la caratteristica principale delle province dopo la promulgazione della Costituzione repubblicana.
Le elezioni, le prime, libere e democratiche, indette a suffragio universale per designare gli amministratori della provincia, nata novanta anni prima con l’unità d’Italia, si erano svolte alla fine di maggio del 1951 e il 28 giugno successivo si tenne la seduta d’insediamento del neo eletto consiglio provinciale di Macerata.
A differenza dei comuni – per i quali all’inizio nel 1946 fu promulgato un apposito decreto legislativo che disciplinava il sistema elettorale, estendendo per la prima volta il diritto di voto alle donne – per le province la legge elettorale di riferimento tardò ad arrivare. Il Parlamento riuscì ad approvarla, dopo un lungo iter legislativo, solo all’inizio del 1951. All’epoca le province italiane erano una novantina, ma le elezioni furono scaglionate nel corso dell’anno. La provincia di Macerata fu inclusa nella prima tornata elettorale del 27 e 28 maggio. I cinquantasette comuni furono suddivisi in trenta collegi territoriali uninominali, tanti quanti i consiglieri provinciali da eleggere, secondo il sistema rimasto pressoché immutato fino al 2011.
Larghissima fu la partecipazione al voto. La media dei votanti fu dell’89,8%, ma in molti collegi si raggiunsero percentuali vicine al 95%. Fecero eccezione alcuni piccoli comuni montani, tra i quali in particolare Fiuminata e Montecavallo. Il motivo – scrisse un funzionario ispettivo della Prefettura in una relazione per il Ministero dell’Interno, conservata presso l’Archivio di Stato di Macerata – era da ricondursi alla circostanza che a fine maggio molte comunità prevalentemente dedite all’agricoltura e alla pastorizia si trovavano in quei giorni con il bestiame in Maremma o al pascolo nella campagna romana.
I risultati furono in linea con quelli delle elezioni politiche di tre anni prima. La Democrazia cristiana, pur diminuendo in percentuale rispetto al 1948, con il 47% dei voti ottenne diciassette seggi e quindi la maggioranza assoluta nel consiglio provinciale. I restanti tredici seggi furono assegnati al Partito comunista (5), Partito socialista (3), Partito repubblicano (2), al Movimento sociale (2) e uno al Partito socialdemocratico. Tra i partiti presenti con propri candidati figurava anche il Partito liberale che, avendo presentato il proprio simbolo solo in due collegi (Caldarola e Cingoli) ottenne appena il 2% e non ebbe alcun consigliere eletto.
I primi eletti
Giovedì 28 giugno 1951, alla presenza del prefetto Antonio Carelli, i trenta consiglieri proclamati eletti dall’ufficio elettorale costituito presso il tribunale presero possesso del loro seggio nella sala consiliare di palazzo Contini. Questi i loro nomi (tra parentesi sono indicati il collegio di elezione e il partito di appartenenza): Giulio Allevi (San Ginesio - Dc), Giulio Apolloni (Tolentino - Pci), Domenico Aringoli (Camerino - Dc), Elio Ballesi (Macerata 1° - Dc), Primo Boarelli (Matelica - Psi), Alfredo Boccaccini (Camerino - Psi), Cherubino Boldrini (Matelica - Dc), Virginio Borioni (Corridonia - Pci), Mariano Borraccetti (Castelraimondo -Pci), Luigi Ceci (San Severino - Dc), Marino Cingolani (Recanati - Dc), Cesare Froldi (Treia - Dc), Alberto Giachini (Macerata 2° - Dc), Marone Marcelletti (Corridonia - Dc), Arnaldo Marconi (Montecassiano - Dc), Mario Marconi (Sarnano - Psdi), Tommaso Martello (Mogliano - Dc), Angelo Mattei (Caldarola - Dc), Napoleone Napolioni (Castelraimondo - Pri), Olivo Oliva (Castelraimondo - Dc), Azzolino Pazzaglia (Tolentino - Dc), Giuseppe Ricciardi (Potenza Picena - Psi), Manlio Rimatori (Civitanova Marche - Pci), Giuseppe Sartori (Serravalle del Chienti - Pri), Dandolo Sebastianelli (Cingoli - Pci), Vito Serafini (Visso - Msi), Marcello Simonacci (Potenza Picena - Dc), Pacifico Tambella (Sarnano - Msi), Antonio Vannucchi (Civitanova 2° - Dc), Ugo Vecchi (Sarnano - Dc).
Come si può notare, il collegio elettorale di Camerino fu rappresentato in quel primo consiglio provinciale da due consiglieri (Aringoli e Boccaccini), ma se pur eletti in altri collegi, erano a pieno titolo camerinesi anche Angelo Mattei, Napoleone Napoleoni e Giuseppe Sartori. Circostanza, questa, che fece di Camerino la città maggiormente rappresentata nel consiglio provinciale, dal 1951 al 1956, con ben cinque consiglieri su trenta.
In settant’anni 276 consiglieri
Complessivamente nei primi settant’anni di storia repubblicana, il consiglio provinciale di Macerata è stato eletto a suffragio universale quattordici volte, comprese le elezioni del 2009 annullate dopo appena un anno dal Consiglio di Stato su ricorso di una lista che era stata esclusa. Complessivamente sono stati 276 i consiglieri che si sono avvicendati, molti di loro eletti più di una volta. Solo 22 le donne, la prima delle quali fu nel 1956 Anna Mandolesi. Il record di presenze (8) appartiene all’attuale presidente, Antonio Pettinari, eletto consecutivamente consigliere (di maggioranza o di opposizione) dal 1985 al 2009, ricoprendo in due mandati anche incarichi di assessore. Nel 2011 egli è stato l’ultimo presidente eletto direttamente dai cittadini di tutta la provincia.
Il collegio elettorale di Camerino ha sempre espresso uno o due consiglieri. Eccoli in ordine alfabetico (tra parentesi il numero d’ordine delle quattordici “consiliature” in cui sono stati in carica): Domenico Aringoli, Dc (I); Alfredo Boccaccini, Psi (I); Virgilio Borioni, Pci (II), Giorgio Bottacchiari; Dc-Udc (IX – X – XII – XIII), Mario Braghetti, Pci (V), Domenico Cavallaro, Dc (V), Ennio Coderoni, Pci (III); Dario Conti, Psi (XI – XII); Giovanni Gaeta, Pri (VI – VII); Emanuele Grifantini, Dc (II – III – IV); Gabriella Winni Mazzoli, Pd (XIV); Giuliano Secondari, Psi (V); Corrado Zucconi Galli Fonseca, Psi (VIII – IX).
I presidenti
Dalle prime elezioni del 1951, fino all’ultimo mandato del secolo scorso, il presidente della provincia ha ricoperto automaticamente anche le funzioni di presidente del consiglio provinciale. In tale duplice funzione si sono succeduti: Tommaso Martello, per due consecutivi mandati, dal 1951 al 1960; Azzolino Pazzaglia, anche lui per due mandati, dal 1960 al 1970; Giancarlo Quagliani dal 1970 al 1975; Otello Di Stefani, per due mandati, dal 1975 al 1985; Nicola Mancioli dal 1985 al 1990; Luigi Sileoni, dal 1990 al 1995. Nel 1995 si svolsero le prime elezioni provinciali con elezione diretta del presidente e risultò eletto, nel turno di ballottaggio, Sauro Piagliapoco, che conservò la carica di presidente del consiglio provinciale fino al termine del mandato nel 1999. Quell’anno Pigliapoco fu rieletto presidente della provincia al primo turno per un secondo mandato quinquennale, ma in base ad una legge dell’agosto di quello stesso anno, il consiglio provinciale elesse un presidente scelto tra i propri componente. La carica fu conferita a Giulio Pantanetti, che guidò i lavori consiliari fino alla scadenza del 2004, quando con le nuove elezioni furono eletti Giulio Silenzi (presidente della Provincia) e Silvano Ramadori (presidente del consiglio). Nelle elezioni del 2009, poi annullate, risultarono eletti Franco Capponi (presidente della provincia) e Umberto Marcucci (presidente del consiglio provinciale). Quindi con le nuove elezioni del 2011, che portarono all’elezione diretta del presidente Pettinari, il rinnovato consiglio provinciale scelse come suo presidente Paolo Cartechini, rimasto in carico fino alla fine del mandato nel 2016. Da allora, con la riforma che ha abolito le elezioni provinciali a suffragio popolare, il presidente Pettinari assomma su di sé sia la carica di presidente della provincia, sia di presidente del consiglio provinciale, divenuto espressione dei consigli comunali del territorio. Tra cinque mesi, quando è previsto il rinnovo degli organi amministrativi della provincia, elettori ed eleggibili saranno i sindaci e i consiglieri dei 55 comuni del maceratese.
© Alessandro Feliziani /Orizzonti della Marca
Nella foto la seduta straordinaria del 25 marzo 1961 convocata per celebrare il centenario della provincia. Istituita nel 1861, la Provincia ha cambiato più volte forma e metodo di elezione.
(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 26 del 3 luglio 2021)
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