Sconfinando nell'Adriatico.

AA.VV. Narrazioni e rappresentazioni dell’Adriatico ieri e oggi (a cura di C. Geddes da Filicaia e S. Lorenzetti), EUM, Macerata 2021, pp. 162, euro 13.


© Trent’anni fa molte regioni adriatiche - tra queste anche la Marche - scoprirono di essere la terra promessa per decine di migliaia di albanesi, che lasciarono in massa il loro paese per approdare sulle nostre coste, a bordo di navi mercantili stracolme di profughi. Quell’esodo di massa, avvenuto all’indomani della caduta in Albania del regime comunista, rappresentò l’abbattimento del “muro d’acqua” che il mare Adriatico era stato per anni, costituendo - al pari del Muro di Berlino - la “cortina di ferro” tra le due parti contrapposte dell’Europa. Il mare Adriatico tornava così ad essere un “ponte” che univa, anziché dividere, tanto da arrivare in seguito alla costituzione della macroregione adriatico-ionica, quale organizzazione internazionale dei paesi che si affacciano sui due mari.

Questi fatti rappresentano solo una piccola parte del saggio con il quale Carlo Pongetti, attraverso un viaggio nel tempo tra terre, genti, culture, religioni e lingue dell’Adriatico, apre un volume che Costanza Geddes da Filicaia e Sara Lorenzetti hanno curato per le edizioni dell’università di Macerata. Il libro, che contiene altri dieci brevi saggi di autori diversi, è una rappresentazione dell’Adriatico attraverso le opere di scrittori e poeti, dall’Ottocento ai giorni nostri, tra i quali anche il narratore, pittore e incisore marchigiano Adolfo De Carolis (1874 – 1928), del quale - all’interno del saggio di Alfredo Luzi – sono riprodotte diverse opere figurative.

Tra gli autori presi in considerazione c’è anche il matelicese Libero Bigiaretti (1905 – 1993) del quale Carla Carotenuto ricostruisce il legame avuto dallo scrittore con la terra jugoslava ed in particolare con le isole della Dalmazia, che più volte hanno fatto da sfondo nelle sue opere, in particolare nel romanzo “La controfigura” (Premio Viareggio, 1968).

Nel saggio di Lorenzo Abbate, l’Adriatico è visto attraverso le lettere che Paolina Leopardi, sorella di Giacomo, scrive alla cognata Teresa Teja, moglie in seconde nozze dell’altro fratello, Carlo, a partire dal 1857. Sono lettere di viaggi lungo le coste adriatiche, in particolare nell’area foggiana, barese e brindisina. Le lettere sono ricche di informazioni sulle abitudini di quelle popolazioni del basso Adriatico e dei luoghi, di cui Paolina sottolinea differenze con usi e caratteristiche della costa marchigiana.  

Oltre alle due curatrici del volume e agli autori già citati, nel libro sono presenti testi di Umberto Brunetti, Sandro Gentili, Silvia Zangrandi, Michela Meschini e Giuseppe Lupo. Nei vari scritti le rappresentazioni dell’Adriatico trovano spunto dalle narrazioni di altri celebri autori, tra i quali Giorgio Bassani, Giovanni Comisso, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Claudio Magris e Raffale Nigro. 

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 30 del 31 luglio 2021)


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