Una provincia che cammina a due velocità.



© Nel descrivere la pluralità delle Marche come un condensato del Belpaese, Guido Piovene quando scrisse “Viaggio in Italia” individuò nella provincia di Macerata la terra più rappresentativa della regione. In quella “fotografia” del 1957, l’autore vicentino faceva essenzialmente riferimento alla gran varietà del paesaggio, ma non mancavano cenni anche alle origini delle genti e a diversi aspetti economici, legati a “riverberi” di influenze di un lontano passato. 

Che quella di Macerata fosse allora, come ancora oggi, una provincia almeno duale lo si deve alla storia. Con l’Unità d’Italia, infatti, le delegazioni di Camerino e Macerata, già autonome e distinte all’interno dello Stato pontificio, diventarono una sola provincia. I due territori, però, non si sono mai veramente integrati, né socialmente, né economicamente. Del resto, al di là della diversa morfologia territoriale, che l’entroterra e la zona costiera non abbiano nulla in comune è alquanto evidente. Troppo diverse per tradizioni, per cultura, per modo di vivere. 

Anche un altro aspetto geografico ha accentuato il dualismo all’interno della provincia. I fiumi principali, Chienti e Potenza, identificano due vallate che hanno marciato economicamente a velocità diversa. Prima si sono a lungo ignorate, poi negli ultimi decenni del ‘900 hanno “gareggiato” sul piano delle infrastrutture per avere una viabilità veloce e sappiamo tutti come è finita: ha avuto la meglio la vallata del Chienti, con i suoi distretti produttivi delle pelli e della calzatura.

Chi oggi dall’alta Val di Chienti vuol trascorrere il Ferragosto al mare, lo può fare in quaranta minuti, mentre dall’alta Val Potenza impiega più del doppio, salvo pagare il pesante pedaggio degli autovelox disseminati in tutti i comuni che attraversa. Ecco quindi che, nonostante la crisi economica costringa tutti a segnare il passo, la provincia di Macerata – almeno su strada – continua a camminare a due velocità.

© Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato domenica 15 agosto 2021 sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata)


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