Sferisterio 1921. Aida, l'amore vinse nella finzione e nella realtà

Sferisterio 1921, la costruzione della scena per l'Aida (foto Balelli). 


© Centocinquanta anni fa Giuseppe Verdi componeva il suo capolavoro, destinato a diventare una delle opere liriche più rappresentate al mondo: Aida. Nel 1921, cinquantenario della prima rappresentazione dell’opera verdiana, avvenuta la vigilia di Natale del 1871 al Cairo, e ventesimo anniversario della morte del Maestro di Busseto, a Macerata fu deciso di celebrare la doppia ricorrenza con una rappresentazione dell’Aida all’interno dello Sferisterio. Fu un’edizione rimasta memorabile sotto diversi aspetti. Primo fra tutti perché la monumentale Arena ottocentesca, fino ad allora sede di giochi sportivi (in particolare la “palla al bracciale”) e di altre manifestazioni pubbliche di vario genere, si apriva al belcanto, tanto da diventare poi - a partire dagli anni ‘60 del Novecento - sede stabile della ormai nota stagione lirica estiva (Macerata Opera Festival), che ha elevato lo Sferisterio tra i maggiori teatri lirici all’aperto d’Europa. 

Il secondo aspetto che ha reso memorabile quella prima stagione lirica maceratese –l’Aida fu l’unica opera in cartellone – è la sfarzosità dell’evento, non disgiunta dal bilancio economico: ben 670 mila lire di spese, cifra che può definirsi astronomica per quei tempi. La Società cittadina di pubblici divertimenti, presieduta dal conte Pier Alberto Conti, fece ogni cosa in grande, dalla promozione all’allestimento scenico, senza risparmiare ovviamente sul cast artistico. La campagna pubblicitaria fu estesa alle regioni del nord e alla fascia adriatica meridionale. Furono perfino lanciati manifestini con un idrovolante lungo la costa romagnola. Tanto dispendio di forze risultò ben ripagato dal pubblico, che giunse da tutte le Marche e da molte altre regioni. Alle diciassette rappresentazioni di Aida, susseguitesi ogni sera (con esclusione del venerdì) dal 27 luglio al 15 agosto, assistettero ben settantamila spettatori. Notevole fu l’incasso, tanto che le entrate complessive della stagione raggiunsero la somma di 630 mila lire. Un trionfo, che – ha scritto Ivano Palmucci nel volume “Aida 1921”, edito dal Centro studi Balelli – rappresentò per Macerata “un’importante occasione per risalire alla ribalta, dopo il declassamento subito con la ristrutturazione territoriale post-unitaria che le aveva fatto perdere il ruolo di capitale amministrativa esercitato nello Stato Pontificio”. 

Per garantire il gran numero di repliche, oltre ad una massa artistica di centosettanta persone tra orchestrali, coristi e ballerini, fu necessario scritturare due diverse compagnie di canto, che si alternarono sul palcoscenico. Nel cast della prima compagnia figurava la stella della lirica del tempo, il soprano Francesca Solari, la quale “alle doti canore e alla musicalità innata – ha scritto Livia Brillarelli in un volume dedicato alla cantante – univa una grande capacità interpretativa, tale da farla emergere come attrice di primo piano, dote assai rara per l’epoca”.

Francesca Solari, già nota al pubblico maceratese per aver cantato due anni prima al teatro Lauro Rossi nella “Fanciulla del West” di Puccini, era conosciuta anche dal presidente del comitato organizzatore, Pier Alberto Conti. Proprio a questa loro frequentazione è legato il terzo aspetto per il quale quella prima stagione lirica del 1921 è rimasta memorabile, poiché – come ha scritto alcuni anni fa Alessandra Sfrappini – “la liaison tra Francesca Solari e Pier Alberto Conti (i due si sarebbero sposati cinque anni più tardi, n.d.a.) ha inevitabilmente contribuito alla mitologia cittadina intorno all’avvenimento”. Alla tragica storia d’amore che si consumava sul palcoscenico dello Sferisterio tra Aida e Radamés, faceva così da contraltare la felice storia d’amore nata tra la cantante e il mecenate di quella stagione lirica. 

Lo Sferisterio, infatti, ha sempre fatto affidamento sul mecenatismo e anche in quella occasione fu il facoltoso conte a coprire quasi interamente il disavanzo della stagione lirica. Cosa che si ripeté anche l’anno successivo, quando il passivo risultò ancora più pesante.

Quest’anno, nella ricorrenza dei cento anni dalla prima stagione lirica, lo Sferisterio apre il cartellone con una nuova edizione di Aida, affidata alla regista argentina Valentina Carrasco, con la direzione musicale di Francesco Lanzillotta. La prima rappresentazione è in programma il 23 luglio, con repliche 1, 7 e 12 agosto. Il secondo titolo della stagione 2021 è La Traviata, nella famosa edizione scenografica “degli specchi” di Josef Svoboda, che dagli anni Novanta ha contribuito a far crescere il prestigio dello Sferisterio tra i teatri lirici all’aperto. Questa seconda opera di Verdi andrà in scena nelle serate del 25 e 31 luglio, 8 e 13 agosto.

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 23 del 12 giugno 2021)


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