I piatti della tradizione narrano le Marche.



© “Tramontava il 5 gennaio: dentro casa si faceva la pista, fuori si cantava la Pasquella. Sulla ‘mattera’ campeggiavano le parti nobili del suino: spalla, pancetta, lombo, lardo pronti ad essere impastati e insaccati. Il re dei salumi si sarebbe presto manifestato nel suo inconfondibile paté spalmabile...”. Questo è un brano di “La Nutella di maiale”, testo dedicato al ciauscolo, scritto da Gioia Senesi, docente del liceo “Varano” di Camerino e pubblicato nel terzo volume di “Marche d’autore”, antologia di poesie e brevi racconti sul tema “i Nutrimenti”. Tutti i novanta racconti presenti in questo terzo volume dell’antologia, curata da Jonathan Arpetti e David Miliozzi, hanno come ingrediente una tipicità della gastronomia marchigiana, presa a pretesto per imbastire una storia. Il racconto della Senesi prende spunto dal terremoto del 2016 e ha per protagonista una donna, Maria, che da Roma torna dopo molti anni nella casa che fu dei suoi nonni, a Cupi di Visso, gravemente lesionata e, entrando, rivive i ricordi dell’infanzia. 

Il caratteristico salume è in qualche modo anche il re di questa antologia. Lo hanno scelto, infatti, pure Gioia Morici, Daniela Illuminati e Sonia Ognibene per altrettante diverse narrazioni. 

Anche al principe dei piatti marchigiani, i vincisgrassi, sono dedicati tre racconti, di Andrea Ansevini, Anna Rita Giacomucci e Andrea Tomassini, mentre l’antenato della settecentesca pasta al forno, ovvero le lasagne, è “l’ingrediente” scelto dalla tolentinate Clara Schiavoni per il suo racconto di ambientazione storica, con protagoniste Elisabetta Malatesta Varano e sua figlia Costanza, che nel maggio 1422 si recano al Castello di Gradara per un pranzo in onore di Francesco Sforza e di sua moglie Bianca Maria Visconti.

La camerinese Patrizia Silli narra di un amore che sboccia tra due giovani, Enrico e Giulia, nella casa della nonna di lei, a Treia, davanti ad un piatto di calcioni, piccole mezzelune cotte al forno, dalla pasta dolce e ripieno salato. 

Non mancano testi narrativi dedicati ai vini, come quelli di Gloria Gentilucci per la Vernaccia di Serrapetrona e di Raffaellina Di Palma per il vino Passerina.

I due racconti, che aprono e chiudono l’antologia, sono legati alla storia di un personaggio che ha dato il nome ad alcune tipicità del dopo pasto: Girolamo Varnelli. Il racconto di Marco Alfei spazia con la fantasia all’origine dell’Amaro Sibilla, mentre Maurizio Verdenelli e Anna Maria Cecchini scrivono a quattro mani la storia della distilleria Varnelli.

Nel volume sono presenti dieci poesie e alcuni disegni dell’artista Silvio Craia, autore anche dell’opera riprodotta in copertina. 

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 25 del 26 giugno 2021)


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