Quelle opere che fanno bene al turismo.



 © Da diversi giorni sulle TV nazionali viene trasmesso uno spot di promozione turistica della regione con noi confinante che dice: “…all’Umbria manca solo il mare”, ma la voce fuori campo subito aggiunge: “O forse no!”. Il mare, sottinteso in senso metaforico con quel “forse no!” dal messaggio pubblicitario, è quello fatto di suggestioni ambientali, storiche e culturali, che la regione promette di offrire ai turisti. A dispetto, però, delle certezze geografiche che fanno dell’Umbria una terra non bagnata dal mare, molti umbri residenti nella parte più centrale e vicina alle Marche hanno trovato ormai da cinque anni il loro mare sulla costa maceratese. L’apertura dell’intera superstrada 77, infatti, ha favorito, come mai avvenuto prima, la frequentazione in estate della spiaggia di Civitanova da parte di chi vive oltre l’Appennino. Il fenomeno si è consolidato in questi anni e anche per l’imminente estate gli operatori turistici della costa si preparano ad accogliere - soprattutto nei fine settimana di luglio ed agosto - i vacanzieri provenienti dal “cuore verde d’Italia”. Quella che per tanti umbri è sempre stata una meta assai scomoda da raggiungere, ora è diventata la località marina prediletta. 

Ovviamente questo è solo un aspetto – non certo il principale – dei benefici portati da una infrastruttura attesa per troppi decenni e ciò dimostra come la mobilità sia un fattore imprescindibile per lo sviluppo economico. Oggi, infatti, le distanze non si misurano più in chilometri, ma in minuti necessari a percorrerle, tant’è che Foligno è diventata la stazione ferroviaria di riferimento per tanti maceratesi che scelgono il treno per raggiungere Roma o altre località del versante tirrenico. Se Macerata e le Marche hanno a lungo inutilmente rincorso lo sviluppo ed ora – lo dice il rapporto Svimez – rischiano di scivolare indietro, è perché sul fronte delle infrastrutture si è marciato segnando il passo, cioè rimanendo fermi.

© Alessandro Feliziani / QN Il Resto del Carlino

(Articolo pubblicato domenica 30 maggio 2021 sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata)


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