Musei e territorio, legame inscindibile.
© Quest’anno le iniziative promosse un po’ ovunque online in occasione della giornata internazionale dei musei hanno avuto come tema di dibattito il futuro delle strutture museali nell’ottica di come “rigenerarsi e reinventarsi”. Argomenti tornati di attualità a seguito dei contraccolpi provocati dalla pandemia nel settore dei beni culturali, ma che in verità sono oggetto di dibattito da decenni (almeno dall’istituzione nel 1974 del ministero per i Beni culturali da parte del quarto governo Moro, con ministro Giovanni Spadolini), soprattutto per quanto concerne i piccoli musei e i musei dei centri minori.
Una visione complessiva di come la questione del sistema museale italiano sia stata dibattuta negli ultimi cinquant’anni la si può ricavare dalla lettura di un volume, che la casa editrice Eum ha pubblicato in occasione del decennale della rivista “Il capitale culturale”, fondata da Massimo Montella, recentemente scomparso, il quale prima di intraprendere la carriera accademica aveva ricoperto importanti ruoli dirigenziali nel settore dei beni culturali ed in particolare dei musei, anche a livello nazionale, come componente dal 2000 del Gruppo tecnico ministeriale per la definizione degli standard di funzionamento e sviluppo dei musei.
Il volume, a cura di Patrizia Dragone e con prefazione di Pietro Petraroia, raccoglie gli scritti di Massimo Montella a partire dal 1977 e ricorda i suoi appassionati interventi in numerosi convegni, tra cui quello che si svolse a Camerino nel 1996 sul tema “Regione e autonomie per i musei locali” e quello dell’anno successivo che ebbe luogo a Pergola (appena un mese dopo il terremoto del settembre 1997 nell’Appenino umbro-marchigiano), incentrato su “Scultura e arredo in legno fra Marche e Umbria”.
Nel “combattere contro i lacci che impedivano (e impediscono ancora) il pieno ottenimento del diritto di cittadinanza alla cultura previsto dalla Costituzione”, Montella ha sempre incentrato le proprie azioni di dirigente su uno stretto legame tra urbanistica, assetto del territorio, musei, biblioteche, viabilità e turismo. Settori, questi, da considerare non distaccati dalle entità storico-artistiche e culturali, quanto piuttosto come unico concetto di cultura e unico contesto entro cui i beni culturali in genere (quindi non solo i musei) possono continuare a vivere.
In uno degli ultimi scritti di Montella, citato da Nadia Barrella in un proprio contributo a chiusura del volume, si legge: “Il museo è un servizio di cui avvalersi per le politiche sociali, per il turismo, per l’urbanistica, per il marketing territoriale, per i prodotti …. La sua utilità è legata ai territori…”, cioè al rapporto con il mondo reale.
© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca
(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 25 del 26 giugno 2021)
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