Gli "stili" nelle Operette di Leopardi.

L. Melosi, La dolcezza ed eccellenza degli stili. Sulle ‘operette morali’ di Leopardi, Eum, Macerata 2020, pp. 140, euro 12.


© Giacomo Leopardi è il poeta italiano su cui da due secoli si concentrano i maggiori studiosi di letteratura italiana. Le sue opere, tradotte in tutto il mondo, hanno stimolato lavori critici e le più disparate interpretazioni, non disgiunte da riflessioni sulla complessa e tormentata personalità del poeta di Recanati.

Tra gli studi più recenti assume rilievo il lavoro della professoressa Laura Melosi, docente di letteratura italiana presso l’università di Macerata (dove dirige la “Cattedra Giacomo Leopardi”), che ha dato alle stampe un saggio nel quale affronta uno degli aspetti maggiormente dibattuti nell’interpretazione critica dei testi leopardiani, ovvero la pluralità di “toni” che si riscontra nelle “Operette morali”, la maggiore opera in prosa di Leopardi, in cui il poeta affronta – con aspetto filosofico e in forma di narrazione, discorso o dialogo – temi legati alle proprie note inquietudini.

L’autrice di questo saggio, edito da Eum nella collana “Leopardiana”, affronta la questione dei diversi stili – di cui era già cosciente il poeta negli anni in cui lavorava alle ‘operette’ – partendo dall’idea originaria di Leopardi, che quattro anni prima di iniziarne la stesura aveva espresso la volontà di scrivere opere in prosa sul modello dei Dialoghi dello scrittore greco Luciano di Samosata.  ‘Operette morali’ è un libro che “nasce con l’ambizione – scrive Laura Melosi – di rifondare la prosa filosofica italiana per via satirica” e Leopardi vi “mette alla prova le risorse specifiche dei diversi generi letterari”.

Già nell’edizione delle “Operette morali” curata dalla stessa Laura Melosi nel 2008 per Rizzoli, l’autrice sottolineava che “ogni operetta pretende l’adozione di un tono differente e riconoscibile, da non ripetere nell’operetta successiva”. 

Le venti argomentazioni filosofiche pubblicate da Leopardi nel 1827 presso l’editore milanese Stella, salite poi a 22 nella seconda edizione del 1834, nella quale compare l’operetta più famosa, “Dialogo di un venditore di almanacchi”, fino alle 24 prose dell’edizione postuma del 1845, hanno quella varietà strutturale, stilistica e tonale che “determinano – scrive la docente di Unimc – l’effetto straordinario dell’opera nel suo complesso” e anche “la forza e la modernità del libro leopardiano”. 

Il volume – dedicato alla memoria del professor Piero Floriani – raccoglie in modo sistematico gli studi condotti da Laura Melosi sulle ‘Operette morali’ negli ultimi dieci anni e, oltre ad una particolare cura redazionale, si presenta con un utile indice dei nomi.  

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca 

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 21 del 29 maggio 2021)


Commenti

Post più popolari