"Colmurano, anno 1912. Fiore all'occhiello dell'urbanistica".

P.G. Vissani, Il Piano regolatore di ampliamento del 1912 del comune di Colmurano, Pollenza 2010, pp. 96, euro 13.


© Nei primi decenni del secolo scorso i piccoli comuni dell’entroterra avevano problemi in gran parte opposti a quelli che oggi ne minaccino la sopravvivenza. Dovevano fare i conti con la rapida crescita demografica e gli spazi urbani all’interno delle vecchie cinte murarie o degli agglomerati sorti storicamente non erano più sufficienti. Colmurano, con il suo modesto territorio, nei cinquant’anni successivi all’unità d’Italia aveva progressivamente aumentato la propria popolazione fino a superare i 2.100 abitanti, praticamente il doppio di quelli attuali.

Fu così che quel comune si trovò nella necessità di espandere l’area urbanizzata e gli amministratori dell’epoca fecero ricorso ad una legge, fino ad allora utilizzata solo dalle città maggiori, che dava facoltà ai comuni di adottare “Piani regolatori di ampliamento”.  

Colmurano alla fine del primo decennio del ‘900 fu un caso quasi unico tra i piccoli comuni italiani e quel “Piano”, ad un secolo di distanza è stato oggetto di approfondite ricerche storico-documentali da parte dell’architetto Pier Giuseppe Vissani, ora condensate in un agile volumetto, con immagini d’epoca, cartografie e storici documenti amministrativi.  

Oltre a dar conto del primordiale concetto di urbanistica moderna e di come lo Stato post unitario intervenne in materia, il libro ricostruisce la situazione che gli amministratori comunali di Colmurano affrontarono con lungimiranza e senso civico. Il piccolo abitato si presentava con abitazioni alte ed anguste, prive di servizi igienici e con vie strette, carenti di aria e di luce. Il “Piano di ampliamento”, oltre a migliorare la salubrità dell’abitato, determinò nuove aree di espansione, una nuova viabilità e intervenne anche con norme attuative per stabilire i criteri di costruzione dei nuovi fabbricati e il decoro delle facciate. Come annota l’autore, ponendo mano alla propria pianificazione urbanistica, Colmurano fu “un fiore all’occhiello” per tutte le Marche 

Dalla lettura del testo si scopre come all’epoca la burocrazia non fosse di ostacolo alla realizzazione dei progetti. Non avendo punti di riferimento nei territori vicini, si fece ricorso al comune di Torino per avere copia degli atti adottati l’anno precedente da quella città. Ricevuto dopo appena sette giorni quanto richiesto, il geometra comunale Osvaldo Tallè si mise all’opera per redigere il Piano, che fu pronto nella prima stesura dopo circa un anno, nel luglio 1910. A seguito di varie interlocuzioni con la prefettura, il progetto fu in parte più volte rettificato e divenne esecutivo con il decreto di approvazione a firma del re Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1912. 

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 19 del 15 maggio 2021)


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