Scrivere il dialetto.

Agostino Regnicoli, Scrivere il dialetto. Proposte ortografiche per le parlate delle aree maceratese-camerte e fermana, EUM, Macerata, dicembre 2020, pp. 116, Euro 10.


© Per Papa Francesco il dialetto è il linguaggio del “focolare”, la lingua che “viene dal cuore, la più familiare e la più vicina a tutti”. Nel dialetto si racchiudono le tradizioni di una comunità. Lo si apprende con naturalezza sin dalla più tenera età e non lo si dimentica più. Anche in capo al mondo si è in grado di riconoscere un conterraneo semplicemente dal “suono” di una sua parola.

L’oralità è stata lo strumento prevalente di trasmissione del dialetto e lo è ancora oggi. L’uso scritto appartiene soprattutto alle opere letterarie: commedie, novelle e poesie in vernacolo. 

Ma come si scrive il dialetto? E soprattutto, come si legge il dialetto? In italiano, salvo casi particolari, le parole si scrivono come si leggono e quando occorre ci aiutano gli accenti. In dialetto è tutto molto più difficile, perché la lingua dialettale presenta una infinità di suoni, che variano anche da zona a zona di uno stesso territorio. E come si fa a trascrivere il suono delle parole e poi a leggerlo correttamente?  Per quanto riguarda il dialetto delle aree maceratese-camerte e fermana viene ora in soccorso un piccolo manuale di ortografia di Agostino Regnicoli, a lungo collaboratore del Laboratorio di fonetica e scrittura presso il Dipartimento di studi umanistici dell’università di Macerata. 

Il libro – come scrive l’autore nella premessa – vuole “offrire a chi scrive testi dialettali uno strumento per ‘mettersi d'accordo’ con i lettori su come rappresentare i suoni del dialetto, per poter leggere correttamente le parole, sulla base di convenzioni ortografiche condivise.

Nei diversi capitoli, oltre a nozioni di base di fonetica, sono presi in esame alcuni fenomeni fonetici specifici dei dialetti delle aree maceratese-camerte e fermana e i modi migliori per rappresentarli nell’ortografia mediante un uso attento e coerente di accenti, apostrofi, combinazioni di lettere, separazione delle parole. Il volume contiene anche una piccola antologia di testi dialettali, accompagnata da una pratica tabella riepilogativa delle convezioni ortografiche proposte.

Diego Poli, docente di glottologia, che ha scritto uno dei tre testi di presentazione (gli altri due sono di Antonio Romano e Francesca Chiusaroli), nel ricordare Manzoni, sottolinea come sia l’uso a fare la regola e l’autore, nelle conclusioni, sottolinea che le proposte avanzate nel testo “non vogliono avere una valore prescrittivo”, ma essere solo suggerimenti per agevolare la scrittura e la lettura dei testi nei dialetti della aree maceratese-camerte e fermana, auspicando tuttavia “che si possa arrivare ad uno standard che superi le oscillazioni ortografiche riscontrate fino ad oggi”. 

© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 9 del 6 marzo 2021)


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