Raccontare le opere d'arte delle Marche. Intervista al prof. Luigi Gallo, sovrintendente alla Galleria nazionale delle Marche.
(Dal settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 37 del 3 ottobre 2020)
© Lo storico dell’arte Luigi Gallo, 54 anni, romano, è il nuovo direttore della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e del Polo Museale delle Marche. Laureatosi con lode alla “Sapienza” di Roma, dove si è poi specializzato in storia dell’arte medievale e moderna, ha successivamente ottenuto il dottorato di ricerca all’Université di Paris-I Panthéon-Sorbonne. Docente presso l’Università degli studi della Basilicata (Scuola di specializzazione in beni archeologici di Matera), nonché autore di numerosi saggi ed opere monografiche, ha già ricoperto prestigiosi incarichi. Tra gli ultimi, in ordine di tempo, quello di “esperto storico dell’arte” presso il Parco archeologico di Pompei e presso le Scuderie del Quirinale, dove ha seguito la curatela delle ultime due grandi mostre, “Pompei e Santorini, l’eternità in un giorno” e “Raffaello”. Ad Orizzonti della Marca il professor Gallo ha gentilmente rilasciato una delle sue prime interviste dopo aver ricevuto la nomina da parte del ministro per i beni culturali, Dario Franceschini.
Professor Gallo, con quale sentimento ha accolto la nomina a direttore della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino?
La ringrazio per questa domanda che mi permette di esprimere il sentimento di rispetto per la Galleria Nazionale delle Marche, ricca di una collezione eccezionale, ospitata nel più bel palazzo del Rinascimento e diretta, dalla sua fondazione, da alcuni fra i più grandi storici dell'arte italiani. Sono onorato di far parte di questa storia.
Lei vanta una notevole esperienza con importanti incarichi in prestigiose istituzioni ed è curatore di mostre in musei e gallerie di grandi città. Urbino, nonostante la sua importanza storico artistica non appartiene ai maggiori circuiti turistico-culturali. Come intende valorizzare la Galleria nazionale delle Marche per incrementarne la frequentazione e dare così anche impulso ad un importante settore economico della nostra regione?
Fra i compiti di un direttore di museo è certamente quello di "far parlare" la collezione. Reputo opportuno, in pieno accordo con lo staff, raccontare le opere in percorsi narrativi articolati, che rendano il visitatore parte attiva di un processo formativo. Andrà inoltre sviluppato un catalogo digitale delle collezioni per favorire la loro conoscenza e la divulgazione scientifica, un'applicazione che contenga informazioni e fornisca una reale interattività. L'organizzazione di mostre temporanee legate alla storia della città e del territorio sarà centrale nel mio mandato.
Come giudica, sul piano della importanza storico, artistico e culturale il patrimonio d’arte sparso nel territorio marchigiano?
Le Marche sono un territorio di straordinaria ricchezza artistica, l'unica regione al plurale nel panorama italiano; un terra da conoscere e valorizzare nella varietà delle sue tradizioni storiche.
Lei conosce l'entroterra montano della provincia di Macerata e il suo patrimonio d'arte?
Negli anni ho frequentato Macerata per i miei studi su Giuseppe Valadier, ma certamente il futuro mi darà occasione per approfondire la frequentazione con una terra così ricca!
Gran parte di questi beni storico artistici sono stati danneggiati dal terremoto del 2016 e molti dei beni mobili conservati in chiese e musei sono stati portati in salvo, ma ora si trovano confinati in depositi. Secondo lei, l’opera di ricostruzione post sisma quali strumenti dovrebbe attuare per recuperare questi beni non solo dal punto di vista della salvaguardia, ma soprattutto della loro futura valorizzazione?
È necessario a mio parere organizzare estese campagne di restauro e di ricerca per la tutela e valorizzazione delle opere non visibili o in deposito presso istituti, condividendo i risultati con il pubblico, tanto con esposizioni e rotazioni nel museo, che con la comunicazione digitale per rafforzare l’empatia con le opere.
Cosa pensa dei "prestiti" di opere d'arte per le grandi mostre?
Ho lavorato molto nel campo dell'organizzazione di mostre e reputo che, quando la richiesta di prestito è supportata da un progetto scientifico di valore e l'opera presenta le condizioni ottimali per il prestito, un'esposizione permetta di approfondirne lo studio e l'approccio.
Metterà in programma una sua visita nelle zone marchigiane colpite dal terremoto?
Certamente, saranno le mie prime missioni sul territorio.
© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca
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