Quarantena o esilio, occasione o solo tedio?



© Per un pensionato – ovviamente il giudizio che qui do è calibrato su di me – non dovrebbe essere un gran sacrificio restare chiuso in casa per un periodo abbastanza lungo, specie se prima della pensione era costretto per lavoro a starsene in ambiente chiuso gran parte della giornata. Ovviamente la “reclusione per Coronavirus” è diversa ed è “afflittiva” sul piano psicologico. Lo stare davanti alla Tv, che in continuazione riferisce di infettati e di morti, o con lo smartphone in mano, dove sui social ti arrivano continuamente messaggi poco incoraggianti, preserva dal virus, ma può farti ammalare di depressione.

L’ho sperimentato nei primi due giorni dal divieto di girare per la città e così il terzo giorno, spenta la Tv (salvo per i due canonici TG quotidiani), ho deciso che fosse l’occasione di fare quello che mi ripromettevo da almeno quindici anni e che avevo sempre rimandato, prima per mancanza di tempo, poi per poca voglia: riordinare – o meglio, rivoltare come un calzino – la mia stanza (chiamarla studio mi sembra ancora inappropriato). Ho incominciato con il mobile pieno di videocassette, dvd e dischi. Reinstallato un lettore di Vhs, ho potuto constatare che la maggior parte dei video, vecchi anche di 30 anni, si erano ormai smagnetizzati e sono così finiti nel secchio dell’indifferenziata, lasciando più spazio ai film in dvd, che ho riordinati per genere, eliminando quei titoli che non hanno fatto la storia del cinema. Così è stato anche per i dischi, ora suddivisi per categoria e ho approfittato per riascoltare, dopo anni, la discografia completa dei Beatles. Le loro canzoni mi hanno fatto compagnia per giorni mentre mettevo mano a decine di faldoni contenenti più di quarant’anni di ritagli di giornale. Gran parte sono finiti in due pesanti sacchi destinati alla raccolta differenziata, mentre quelli “selezionati” sono ora in cantina, che immagino sarà per loro l’anticamera dell’isola ecologica.

In questi giorni ho appena iniziato a riordinare una trentina di metri quadrati di libreria, riesumando libri sepolti in terza fila. È riemersa anche una edizione scolastica dei “Promessi sposi” su cui avevo maldestramente incollato un adesivo della Croce Rossa per il cinquantenario della “Vittoria”. Quando avrò finito con i libri, mi attendono scatole ricolme di fotografie e un centinaio di cd-rom con foto digitali degli ultimi vent’anni. Un lavoro ancora lungo, ma temo che una volta finito mi dovrò – purtroppo – ingegnare a trovare un altro passatempo. © Alessandro Feliziani

(dal Forum del settimanale Orizzonti della Marca del 4 aprile 2020)


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