Matteo Ricci "ritrova" casa a Macerata.

Filippo Mignini, Matteo Ricci. La famiglia, la casa, la città. Quodlibet, Macerata 2020, pp. 112, Euro 10.


© Del gesuita padre Matteo Ricci (Macerata 1552 – Pechino 1610) si conosce ormai praticamente tutto, sia delle sue opere di missionario in Cina, sia dei suoi scritti, anche scientifici, che gli permisero di guadagnarsi in vita la stima delle autorità locali e, dopo la morte, di ricevere il privilegio imperiale di un terreno di sepoltura nella capitale. Ciò che fino ad oggi risultava, invece, quasi del tutto ignorato, erano le notizie sulla sua famiglia e notizie degli anni giovanili trascorsi a Macerata, prima di recarsi a Roma per entrare nella Compagnia di Gesù.

Filippo Mignini, professore emerito di storia della filosofia e studioso fin dal 1995 del gesuita maceratese sul quale ha pubblicato diversi saggi e curato alcune mostre, sia in Italia, sia in Cina, ha ora “sollevato un po’ di quella polvere che i secoli hanno depositato sulla famiglia di Matteo Ricci”, facendo luce su imprecisioni o addirittura notizie del tutto infondate, circolate per secoli sulla base di note biografiche pubblicate in portoghese nel 1611 da un altro gesuita, Sabatino de Ursis. 

I risultati di anni di ricerche d’archivio condotte dal professor Mignini – indotto a compierle anche per approfondire alcuni appunti lasciati incompleti dallo storico Libero Paci – sono stati pubblicati in un agile volumetto edito da Quodlibet, uscito a fine estate in concomitanza con l’inaugurazione della mostra permanente sugli orientalisti maceratesi (Ricci, Beligatti, Severini, Tucci), curata dallo stesso Mignini ed allestita nella Specola della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, quale punto finale di un “itinerario ricciano” lungo le vie della città. Uno degli aspetti più importanti di queste recenti “scoperte” archivistiche è l’individuazione della casa natale di Matteo Ricci. Mignini l’ha potuta identificare con esattezza in uno stabile tuttora esistente in vicolo Ferrari, tra le attuali piazze della Libertà e Cesare Battisti. Nella pubblicazione viene dato conto degli atti notarili dell’epoca tra cui quello risultato fondamentale per tale accertamento, redatto il 21 febbraio 1553 e relativo alla divisione della casa paterna tra i fratelli Battista (padre di Matteo) e Terenzio Ricci, dove entrambi vivevano. 

Questa nuova pubblicazione fa luce anche sull’origine della famiglia, separatasi già a metà del Quattrocento dal ramo principale dei Ricci (quello dello storico dell’arte Amico Ricci) ed estintasi sul finire del Seicento dopo essere passata “da una significativa agiatezza ad una quasi povertà”.

 © Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale ORIZZONTI della MARCA n. 9 del 6 marzo 2021)


Commenti

Post più popolari