Marche. Con i nuovi collegi elettorali rappresentanza compressa.



© Domani, 4 gennaio, si chiude il “paracadute” che il parlamento aveva aperto per evitare l’immediata riduzione del numero di deputati e senatori. Le prossime Camere avranno quindi meno eletti e ciò indipendentemente da quando le elezioni avranno luogo: a primavera, come alcuni auspicano, o alla scadenza del 2023, come altri sperano. Non è di questo, però, che vogliamo parlare, bensì dei riflessi che la riduzione dei parlamentari avrà sul territorio marchigiano e maceratese in particolare. I futuri 10 deputati e 5 senatori marchigiani potranno esercitare al meglio le funzioni anche essendo nove in meno complessivamente, ma resta – anzi si accentua – la questione della rappresentanza per i collegi uninominali, dove l’eletto ha un più stretto rapporto con il territorio. Riducendo il numero dei collegi uninominali (nelle Marche due in meno alla Camera e uno in meno per il Senato), i relativi ambiti territoriali inevitabilmente si allargano. Il problema si sarebbe potuto risolvere, o almeno attenuare, introducendo con la stessa legge costituzionale che ha ridotto il numero dei parlamentari altri criteri in aggiunta a quello della popolazione residente, unico stabilito più di sessant’anni fa quando le proporzioni della futura emigrazione interna non erano immaginabili. 

Sta di fatto che i collegi elettorali approvati la settimana di Natale si differenziano dai precedenti solo per un ampliamento dei confini. Il territorio maceratese, che per la Camera aveva due collegi uninominali, uno per l’entroterra ed uno per la fascia costiera insieme a parte del fermano, ora potrà eleggere un unico deputato, per altro con il concorso di quattro comuni anconetani, mentre il senatore sarà in “coabitazione” con le province di Ascoli e Fermo.

Solo collegi più piccoli e omogenei, dove la popolazione non sia l’unico elemento distintivo, potranno garantire in futuro adeguata rappresentanza ai territori meno popolati. 

© Alessandro Feliziani /QN Il Resto del Carlino


(Articolo pubblicato sul quotidiano Il Resto del Carlino, edizione Macerata, domenica 3 gennaio 2021)


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