Ussita e i Sibillini, “Vulnerabile Bellezza”.

Stefano e Michela con i due bambini seduti davanti alla loro casa di legno

© Stefano Riccioni, sua moglie Michela Paris e i loro due bambini, Diego ed Emma, sono una famiglia. Una ormai delle poche – ahimé – giovani famiglie di Ussita. Una famiglia normale, ma nello stesso tempo anche una famiglia eccezionale. Straordinaria pur nella loro ordinarietà. Una famiglia fortemente legata alla loro terra, come ce ne sono altre nel comprensorio, ma allo stesso tempo “sorprendente”.

Stefano e Michela, infatti, hanno compiuto una scelta opposta a quelle di molti loro coetanei. Anziché cercare altrove un lavoro più redditizio e meno faticoso, hanno preferito continuare nella tradizione dei rispettivi genitori. Hanno così avviato una propria azienda agricola, senza lasciarsi sopraffare nemmeno dal terremoto. Anzi, l’inagibilità della casa e delle altre strutture aziendali, ha fatto emergere ancora di più la loro determinazione e messo alla prova – se ce ne fosse stato bisogno – il forte amore per il territorio, per i loro cavalli e gli altri animali d’allevamento, in particolare la “Sopravissana”, la razza ovina autoctona per la quale sono impegnati a scongiurarne l’estinzione. 

Per questo, Stefano, Michela e i piccoli Diego ed Emma sono diventati protagonisti e ideali interpreti di loro stessi nel film documentario “Vulnerabile Bellezza”, che il regista Manuele Mandolesi ha realizzato per evidenziare le ferite inferte dal terremoto nell’entroterra marchigiano, ma nello stesso tempo la fiera reazione della gente di montagna e l’immutata bellezza dei Sibillini. 

Il “docufilm”, che l’autunno scorso era stato selezionato per il Festival dei Popoli di Firenze, ha vinto il premio “POPOLI doc – CG Entertainment” nella sezione italiana del predetto concorso cinematografico internazionale ottenendo la pubblicazione in Dvd e Digital Download nella collana “Popoli Doc – La collana del Festival dei Popoli”. 

Per aprile e maggio era stata programmata la proiezione in pubblico della pellicola a Camerino, Tolentino, Civitanova Marche ed in altri centri della regione, ma l’emergenza sanitaria in atto ha costretto gli organizzatori ad annullare tutti gli eventi. Nella settimana di Pasqua, però, in contemporanea con l’inizio della commercializzazione del dvd, il film (durata 75 minuti) è stato reso disponibile in streaming sulla piattaforma CG Entertainment (https://www.cgentertainment.it/film-dvd/vulnerabile-bellezza/f60055/).

Scandito dal passare delle stagioni (le riprese hanno tenuto impegnato il regista circa un anno, tra il 2018 e il 2019), il film racconta con discrezione, pur rimanendo a un livello molto profondo di indagine, la vita di questa famiglia di allevatori in un momento particolarmente difficile della loro storia.

Tra le macerie delle case e delle fattorie distrutte dal terremoto del 2016, il film scova lo spazio umano, intimo e inviolato della gente di montagna di cui Stefano e Michela sono “veri” interpreti. Nello stesso tempo “fa levitare l’animo dello spettatore tra i cieli e le terre incantevoli di questo territorio dei Sibillini” che, con la sua armonia, diventa il vero protagonista del film. Un modo anche – si legge nella presentazione –per “continuare a parlare delle persone che hanno vissuto il terremoto del centro Italia, per non dimenticare chi, ancora oggi, è alle prese con una lenta ricostruzione di interi paesi e comunità”.

Il regista Manuele Mandolesi, originario di Civitanova Marche, è un documentarista cinematografico impegnato nel narrare storie su fenomeni sociali ed ambientali, mettendo sempre al centro del racconto l’uomo. Suoi lavori sono stati trasmessi, in alcuni dei maggiori format televisivi (Rai, Mediaset, La7, Mtv). 

La scorsa estate, nell’ambito del Civitanova Film Festival, Mandolesi aveva presentato un altro “docufilm” dedicato alle popolazioni terremotate, dal titolo “Questa è casa nostra”.  Vi si racconta la storia di Sara Rizzi ed altri “irriducibili” di Visso che nel 2016, nell’immediatezza del sisma, decisero di non abbandonare la propria terra, scegliendo di vivere in roulotte per circa un anno e mezzo, fino alla consegna delle SAE. © Alessandro Feliziani /Orizzonti della Marca.

(articolo pubblicato sul settimanale Orizzonti della Marca n. 15 del 18 aprile 2020) 


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