La Treccani e la "1936" di Simonelli.








Nelle foto,  un ritratto giovanile di Orlando Simonelli e la macchina “1936”.

© A Colfano di Cessapalombo, in un locale adibito a laboratorio sottostante la propria abitazione, nell’ormai lontano 1936 Orlando Simonelli porta a compimento un progetto al quale stava lavorando da tre anni: costruisce una macchina per caffè espresso per quell’epoca alquanto innovativa. Realizzata a due gruppi a colonna, con riscaldamento elettrico e sistema di pressione a rete idrica, la macchina si distingue anche per l’estetica che, ispirandosi a modelli d’inizio secolo, interpreta lo stile futurista in quel tempo in voga.

Ottant’anni dopo, quella macchina, “archetipo” di una lunga serie di modelli sempre più innovativi e tecnologicamente avanzati esportati in tutto il mondo, è stata indicata da Treccani tra i novanta oggetti cult del made in Italy.

Per ricordare i novant’anni della propria fondazione, infatti, l’Istituto per l’Enciclopedia italiana ha realizzato una mostra interattiva e un’apposita sezione del sito web, dove sono stati inseriti 90 nomi ed altrettanti oggetti che, anno dopo anno, a giudizio della Treccani sono riusciti a interpretare la passione per il bello, l’innovazione e la ricerca: insomma, il meglio della cultura d’impresa che ha fatto crescere il nostro Paese e reso famoso il made in Italy. 

Per l’anno 1936, Treccani ha scelto il nome “Simonelli” e quale simbolo di quell’anno la prima macchina per caffè espresso “che il suo ideatore, forse consapevole della portata storica del proprio prodotto, chiamò semplicemente: 1936”.

La prima macchina per caffè di Simonelli figura così nell’elenco accanto ad altri famosi emblemi del design made in Italy: Moka Bialetti (1933), Vespa Piaggio (1946), Lettera 22 Olivetti (1950), Lampada Arco (1962), Radio Cubo (1963) e, tra i più recenti, il cavatappi Alessi (1994), la Nuova 500 (2007).

La selezione compiuta da Treccani rappresenta un prestigioso riconoscimento postumo all’intuizione imprenditoriale di Orlando Simonelli, che – grazie al suo ingegno - è stato un “anticipatore della modernità”. © Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca

(Articolo pubblicato sul settimanale Orizzonti della Marca n. 7 del 20 febbraio 2016)

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