Danilo Interlenghi (1921-2019), caricaturista-psicologo.


 





Danilo Interlenghi e accanto una sua famosa autocaricatura.


(dal settimanale Orizzonti della Marca n. 1-2021) 

© A Fermo era nato un secolo fa, il giorno dell’Epifania del 1921 e a Fermo è morto nel 2019, un mese dopo aver festeggiato il suo 98° compleanno. Una lunga vita quella di Danilo Interlenghi, vissuta interamente nella sua amata città, ma che – grazie alla fama conquistata con la sua arte – è stato considerato cosmopolita per quanti, in Italia e anche all’estero, hanno per decenni ammirato le sue caricature sulle pagine di Panorama, L’Espresso, Il Settimanale, Corriere dello Sport, Guerin Sportivo, Autosprint, Radiocorriere Tv e anche in programmi della RAI. I marchigiani che invece conoscevano il suo attaccamento alla propria terra non mancavano di sottolinearne la comune appartenenza territoriale, orgogliosi di essere corregionali di quella firma che negli anni Sessanta e Settanta era contesa da direttori di grandi giornali, come poi in seguito accaduto per Forattini o Altan.

Danilo Interlenghi nasce come giornalista, ma ben presto sostituisce la sua penna con làpis, matite colorate e a volte un pennello per gli acquerelli. Da giovane accantona anche il diploma di perito chimico e va a Modena per conseguire il titolo di studio dell’Accademia di Belle Arti, che più tardi utilizzerà per ottenere l’abilitazione ad insegnare disegno e storia dell’arte nei licei.

Interlenghi si specializza nella caricatura e la sua popolarità esplode con le copertine de “Il Settimanale”, un periodico (che maliziosamente dai detrattori veniva definito fanfaniano) a tiratura nazionale edito da Edilio Rusconi. Con la caricatura di Lea Massari, una delle attrici più popolari del cinema italiano di quegli anni, vince nel 1975 la prima edizione del “Premio Mari” nell’ambito dell’ottava Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte di Tolentino. Gli si aprono così le porte dell’Europa e viene invitato ad esporre le sue opere a “Cartoon 77”, la rassegna mondiale della caricatura a Berlino Ovest. Sempre in quegli anni, Franco Carraro, appena eletto presidente del CONI, affida ad Interlenghi le illustrazioni dell’Agenda del Totocalcio e molte delle sue caricature di calciatori ed allenatori (famosa la caricatura di Bearzot) figurano ora nel Museo permanente della nazionale a Coverciano.

L’artista marchigiano diventa il “numero uno della caricatura personale in Italia” (la definizione è di Enrico Gianieri, maestro di questo genere artistico, scomparso nel 1984) ed oltre a personaggi dello sport e dello spettacolo, realizza per i giornali generalisti anche caricature dei politici del tempo, ricevendo spesso apprezzamento dai diretti interessati che aspirano poi ad avere l’originale dell’opera, come avvenne nei primi anni ’80 da parte dell’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

La lunga serie di caricature realizzate da Interlenghi è una giostra di volti nei quali gli stessi personaggi ritratti finiscono per scoprire un aspetto nuovo e simpatico di loro stessi. Il critico d’arte maceratese Lucio Del Gobbo, ha detto di recente che Interlenghi è stato un “caricaturista psicologo”, nel senso che attraverso la precisione del tratto e l’uso di una rara fedeltà fisiognomica, egli è sempre riuscito a esprimere con grande acutezza il carattere e l’interiorità dei suoi personaggi. Insomma, Interlenghi è stato un maestro della illustrazione satirica e caricaturale che nelle Marche, da Cesare Giri (San Severino Marche 1877– 1941) in poi, ha per oltre un secolo espresso grandi artisti e che ancora oggi vanta diversi protagonisti nel panorama nazionale ed internazionale di questo particolare settore della grafica e dell’illustrazione, come Leonardo Cemak, Mauro Cicarè e Marco Martellini, al quale proprio Danilo Interlenghi anni fa “mise in mano la matita”.© Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca


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