Tre collezioni di presepi in mostra allo Sferisterio di Macerata

 







Presepe artistico di Andrea Pistolesi in esposizione allo Sferisterio



© A Natale dello scorso anno Papa Francesco definì il presepe «Un Vangelo vivo». La rappresentazione della nascita di Cristo «è un’immagine di pace»”, che dal giorno di Natale del 1223, quando San Francesco realizzò il primo presepe a Greccio, ha ispirato un’infinità di artisti e diffuso in tutto il mondo cristiano la tradizione di allestire presepi.

In questo Natale, che la situazione pandemica ci spinge a vivere di più nell’intimità familiare, Macerata offre la possibilità di riscoprire l’arte e la tradizione del presepe. Fino al 28 febbraio 2021 alcuni ambienti dello Sferisterio ospitano una mostra in cui l’antica tradizione del presepe si coniuga con la singolarità del contesto espositivo. Una quarantina di presepi, di diversa fattura, epoca e ambientazione, sono esposti nel foyer della monumentale arena e lungo la galleria porticata delle antiche botteghe artigiane sul lato esterno. A seguito delle norme anti Covid-19, fino al 15 gennaio l’esposizione può essere vista (ore 17-21) solo attraverso le vetrate lungo via Diomede Pantaleoni oppure sul sito internet mostrapresepi.org. Nata da un’idea del presepista Andrea Pistolesi, la mostra è stata allestita dall’amministrazione comunale che – hanno spiegato gli assessori Katiuscia Cassetta (Beni culturali) e Silvano Iommi (urbanistica e centro storico) – offre la possibilità di non privare la città della magia del Natale, nonostante l’emergenza, e di recuperare spazi dello Sferisterio rimasti a lungo “oscurati”, valorizzandoli sin d’ora per destinarli in seguito a spazio espositivo permanente.

La mostra comprende tre diverse tipologie di presepi: storico-tipologico, artistico contemporaneo e secondo la tecnica del diorama. Il primo gruppo è costituito da una ristretta selezione della collezione del cavalier Domenico Cassese (1908-1997), il quale per oltre sessant’anni ha raccolto a Macerata presepi di ogni epoca e di ogni parte del mondo. Aveva iniziato a collezionarli nel 1933, quando nacque la sua prima figlia, continuando poi per tutta la vita. «Con lui – ricorda la nipote Paola – ogni discorso finiva sempre per toccare l’argomento presepe e tutti gli spazi all’interno della casa erano occupati da presepi, perfino in piccole nicchie ricavate lungo le scale». Tra i presepi di maggiore valore storico figura quello napoletano del ‘700, interamente costituito da pezzi originali che Cassese riuscì a portare nel suo “museo” dopo vent’anni di ricerche.

Andrea Pistolesi, che frequenta lo Sferisterio come baritono nel coro della stagione lirica, è invece un artista del presepe. Lui li realizza con varie tecniche e materiali e qui espone una ventina di opere delle 67 fino ad oggi realizzate, gran parte presenti nella mostra permanente di Palazzo Bonafede a Monte San Giusto.

Completano la mostra maceratese cinque diorami di Simone Tamburrini, di Mogliano. Sono due Natività e altre tre scene tipiche del presepe che l’artista ha realizzato con ricchezza di particolari, luci e colori. Veri e propri quadri tridimensionali all’interno di un parallelepipedo semi aperto su un lato per poterne ammirare la scenografia.

Tre collezioni, tre storie, un’identica passione nata dal desiderio di comunicare la fede attraverso l’arte. © Alessandro Feliziani/ Emmaus/Avvenire


(Articolo pubblicato il 15 dicembre 2020 su Emmaus, inserto del quotidiano Avvenire)


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