Alba Alessandri, presidente di ‘Giovani Coldiretti’: "Agricoltura, una scelta di vita ed una occasione di sviluppo".


 © Quando frequentava il liceo immaginava di andare a vivere in città e diventare una professionista del diritto, tant’è che appena conseguita la maturità si era iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, ma dopo un paio d’anni – pur non abbandonando del tutto gli studi – è ritornata a vivere in campagna. Non nella sua Colfiorito, ma tra Serravalle di Chienti e Pieve Torina, dove su una proprietà di famiglia che stava per essere dismessa ha avviato un’azienda agricola tutta sua, con dodicimila galline ovaiole allevate a terra. Un’attività di produzione di uova biologiche che conduce con grande entusiasmo e con l’aiuto di alcuni familiari. Lei è Alba Alessandri, ha ventisette anni e da meno di due presiede la sezione “giovani imprenditori” di Coldiretti Macerata, carica alla quale è stata confermata ai primi di febbraio.

Da qualche tempo c’è in Italia un grande interesse dei giovani verso l’agricoltura. Si registra una corrente inversa a quella che negli anni Sessanta del ‘900 ha portato allo spopolamento delle campagne, con tanti giovani che lasciavano i campi per andare a lavorare nelle fabbriche. Tale tendenza è forte anche nelle Marche?

Non ho dati disponibili per poter fare confronti con altre regioni, ma sicuramente il fenomeno da noi è in crescita. Nella sola provincia di Macerata negli ultimi cinque anni il numero dei titolari di imprese agricole “under 30” è più che raddoppiato e analoga tendenza si registra per quanto riguarda le donne imprenditrici.

Lei ritiene che sia un segno della crisi economica e della perdita di posti di lavoro nell’industria? 

La crisi economica e la difficoltà di trovare lavoro in altri settori hanno sicuramente influito, ma ritengo che la spinta maggiore sia dovuta alla scelta di vita di molti giovani come me e ciò è dimostrato anche dal numero crescente di ragazzi che frequentano gli istituti tecnici agrari, non tutti peraltro appartenenti a famiglie che vivono di agricoltura.

Il posto fisso, il fine settimana libero e le ferie in estate non sono più aspirazioni assolute?

Possono ancora essere ambizioni per molti, ma tra le nuove generazioni oggi c’è maggiore attenzione verso i temi dell’ambiente salubre, della salvaguardia della natura, della sana alimentazione. I giovani che si avviano all’agricoltura vogliono anche essere artefici di tutto questo e, anche attraverso le battaglie per la tracciabilità dei prodotti che Coldiretti da anni porta avanti, si vuole trasmettere questi valori anche ai consumatori. 

Si può parlare oggi di “nuova agricoltura”?

La tecnologia oggi ha cambiato l’approccio all’agricoltura, che non è più quella dei nostri nonni. I giovani sono avvantaggiati dalla loro apertura culturale verso l’innovazione e questo sta favorendo lo sviluppo di una spiccata diversificazione e specializzazione nell’imprenditoria agricola, favorendo una produzione più responsabile.

Anche di un consumo più responsabile?

Certamente. L’iniziativa “Campagna Amica”, che Coldiretti conduce con successo, è volta a valorizzare la sostenibilità agricola e la cosiddetta “filiera corta”, anche allo scopo di rendere cosciente il consumatore dell’importanza della qualità e genuinità del prodotto. Rafforzare una “alleanza” tra produttori e consumatori nel campo agroalimentare è fondamentale. 

Nel territorio colpito dal terremoto l’agricoltura può essere la chiave per un nuovo sviluppo?

Dopo le drammatiche scosse sismiche di fine ottobre 2016 gli agricoltori sono stati gli unici a non poter lasciare la loro terra e, nonostante i disagi e le difficoltà del momento, le attività agricole non si sono mai fermate. Per ripartire si può iniziare proprio da ciò che non è stato distrutto. L’agricoltura di qualità su questo nostro territorio ha molte carte da poter giocare e i giovani imprenditori hanno voglia di fare. Le istituzioni, però, debbono far sì che la ricostruzione non sia un miraggio e tener conto che l’ambiente, la natura e le attività agricole, in tutte le loro diversificazioni, possono essere fonti di nuova imprenditorialità, quindi occasioni di sviluppo economico e sociale.

Siamo alla vigilia delle elezioni politiche. Cosa si sente di dover chiedere a coloro che saranno eletti?

In generale una maggiore attenzione all’agricoltura, che è il perno fondante della nostra economia. Più nello specifico: incentivare anche sul piano dell’accesso al credito l’imprenditoria giovanile e femminile, tutelare maggiormente le tipicità territoriali e le produzioni italiane.

(Intervista pubblicata sul settimanale Orizzonti della Marca n. 8 del 24 febbraio 2018)

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