A Buenos Aires le “favole pittoriche” di Anna Claudi

Anna Claudi a New York con il pianista jazz Duke Ellington (anni ’50)


A distanza di molti anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1976, la pittrice di Serrapetrona, Anna Pioli Claudi, è ancora ricordata in Italia e all’estero grazie alle attività della Fondazione Claudi e del Centro Studi Marche che stanno promuovendo una serie di mostre in cui le opere dell’artista vengono fatte conoscere tra le più numerose comunità di italiani oltre confine. Fino a martedì prossimo (22 marzo), trenta dipinti di Anna Pioli Claudi, realizzati soprattutto tra gli anni ’30 e gli anni ’50 del secolo scorso, sono esposti a Buenos Aires presso l’Istituto italiano di cultura, la cui sede si trova in un grande edificio progettato dall’architetto italiano Gio Ponti, che ospita anche il Teatro Coliseo e la Camera di commercio italiana.

L’esposizione, intitolata “Favole pittoriche della pittrice Anna Claudi”, è stata inaugurata alla vigilia della Festa della donna, il 7 marzo. L’allestimento è stato realizzato con il supporto di una nota azienda artigianale che produce cappelli a Montappone e con il patrocinio della Regione Marche e della Federazione delle associazioni dei marchigiani in Argentina.

Dopo Buenos Aires, la mostra sarà riallestita in altre località del Sud America e concluderà il suo tour nel mese di luglio a Montevideo, capitale dell’Uruguay.

Nata a Serrapetrona nel 1894, dopo gli studi classici frequentati a Camerino, Anna Pioli andò in sposa, appena diciassettenne, ad Adolfo Claudi, ricevendo da lui sempre sostegno ed incoraggiamento nel portare avanti l’amore per la pittura. Il suo particolare stile pittorico, denso di esotismo, atmosfere naif, visionarietà, fu molto apprezzato anche all’estero. La sua prima mostra fuori dai confini nazionali risale al 1937, a Parigi. Dopo la seconda guerra mondiale l’artista di Serrapetrona espose le sue opere a New York, dove Anna Claudi ebbe modo d’incontrare il pianista jazz Duke Ellington e successivamente ad Anversa, Zurigo, Lisbona, in Sudafrica e in Venezuela.

(articolo scritto per il settimanale Orizzonti della Marca, pubblicato sul n. 11 del 18 marzo 2017)





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