Popolazione, nel maceratese gli effetti del sisma si propagano fino alla costa.



© Il terremoto non colpisce solo chi ne subisce le conseguenze immediate e dirette, con la perdita della propria casa o delle strutture legate alla propria attività economica, ma – se non si interviene presto con adeguato interventi – è destinato a far patire i suoi rovinosi effetti su una comunità molto più vasta di quella che ha sentito tremare la terra sotto i propri piedi. È come un maremoto al centro di un oceano, prima o poi le sue onde anomale e rovinose arrivano anche sulle coste più lontane. Così anche chi ha sottovalutato o addirittura dimenticato dovrà ricredersi. 

Mentre ci si avvia verso il quarto anniversario del terremoto che tra l’estate e l’autunno 2016 ha colpito l’entroterra maceratese ed una vastissima zona dell’Italia centrale, un richiamo alle conseguenze del sisma su più vasta scala è giunto nei giorni scorsi dall’Istat, che ha pubblicato i dati ufficiali della popolazione residente all’inizio del 2020. Ebbene, l’intera provincia di Macerata, in meno di quattro anni ha perso più di settemila abitanti, metà dei quali nei trentuno comuni dell’entroterra, che complessivamente rappresentano meno di un quarto dell’intera popolazione provinciale.

Che il terremoto del 2016 abbia inciso sul calo demografico anche nella parte del territorio non direttamente colpito dal sisma lo dimostrano i numeri. Dall’ottobre del 2011 (data dell’ultimo censimento generale) all’estate del 2016 (prima del terremoto) l’entroterra aveva registrato un calo di duemila residenti, mentre l’intera provincia aveva mantenuto costantemente negli anni i suoi oltre 319 mila abitanti. 

Benché il dato numerico non possa sostituirsi ad una più approfondita e necessaria analisi demo-sociologica del fenomeno, da punto di vista statistico è come se duemila abitanti della zona montana e di alta collina si fossero trasferiti nei centri più vicini alla costa. 

Molto diverso, invece, lo scenario post sisma. L’intero calo demografico della provincia è avvenuto dopo il terremoto e la perdita di abitanti è diventata un fenomeno generalizzato in quasi tutti i comuni, compreso il capoluogo Macerata. Civitanova nell’ultimo anno ha arrestato la sua crescita e Porto Recanati, per la prima volta dopo oltre dieci anni, ha subito una consistente flessione.

Nel generale fenomeno dello spopolamento, il comune di Sefro è una sorta di mosca bianca, il solo dell’entroterra ad aver incrementato, se pur di poche unità, il numero dei suoi abitanti.

A sottolineare un fenomeno comune a tutta la provincia e a gran parte dell’Italia, ovvero il progressivo invecchiamento della popolazione, ma anche l’aumentare delle prospettive di vita, i dati Istat registrano nel maceratese 94 ultracentenari. Di questi, 28 risiedono nell’entroterra della provincia: 4 a Matelica, San Ginesio e San Severino, 3 a Cingoli, 2 a Camerino e Castelraimondo, uno in ciascuno dei comuni di Apiro, Cessapalombo, Esanatoglia, Gualdo, Sarnano, Serrapetrona, Serravalle, Valfornace e Visso.

 © Alessandro Feliziani / Orizzonti della Marca


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