Per scoprire Ugo Betti cerca a casa Pirandello
Ugo Betti
Cerchi Luigi Pirandello e trovi Ugo Betti, poeta e drammaturgo di
Camerino. Non è un gioco, ma il risultato di una visita virtuale
alla biblioteca di quella che fu la casa romana di Pirandello e che
oggi è diventato lo Studio-Museo del Premio Nobel per la Letteratura
1934. Si trova in via Antonio Bosio n.13/b (vicino a Villa Torlonia)
e qui Pirandello vi abitò con la famiglia tra il 1913 e il 1918,
tornandovi poi a vivere da solo nel 1933, fino alla morte avvenuta
nel 1936.
L’Istituto di Studi Pirandelliani, che ha avuto in affidamento e
custodia dallo Stato il villino, ha fatto sì che l’intero
appartamento e lo studio possano oggi essere liberamente visitati,
così come la biblioteca. Recentemente l’Istituto ha compiuto un
passo ulteriore per la promozione di ricerche e studi sulla vita e
l’opera di Pirandello. Ha digitalizzato l’intero archivio ed ha
realizzato un sito internet, ricco di sezioni ed informazioni: www.studiodiluigipirandello.it
E proprio visitando il sito internet, ci s’imbatte con sorpresa in
Ugo Betti. Una volta cliccato alla voce “archivio e biblioteca”,
infatti, il visitatore virtuale viene invitato a scegliere tra
“Archivio Luigi Pirandello” e “Archivio Ugo Betti”.
L’intero complesso di documenti appartenuti ad Ugo Betti, nato a
Camerino nel 1892 e morto nella Capitale nel 1953, fu infatti donato
alla fine degli anni Sessanta all’Istituto di Studi Pirandelliani da
Andreina Frosini, vedova dello scrittore. La vicenda finì anche
nelle aule di tribunale poiché altri eredi di Betti avrebbero voluto
che l’archivio fosse conservato a Camerino, ma la lunga “querelle” -
giunta anche in Cassazione - si risolse con un nulla di fatto. In
questi anni l’Istituto Studi Pirandelliani, rimastone proprietario,
ha ben valorizzato l’archivio Betti, che è stato classificato e
digitalizzato da due studiose: Dina Saponaro e Lucia Torsello.
L'archivio, suddiviso in quindici sezioni, comprende numerosi
manoscritti autografi di opere teatrali, narrative e poetiche di Ugo
Betti, nonché documenti dattiloscritti, appunti, minute, abbozzi,
soggetti cinematografici, carteggi con i familiari e con importanti
artisti e personalità dell’epoca, tra cui Silvio d’Amico, Aldo
Capasso, Eduardo de Filippo, Maria Melato, Corrado Pavolini,
Salvatore Quasimodo, Guglielmo Marconi, Cesare Zavattini. Il
catalogo può essere consultato anche online.
L’opera più famosa e più rappresentata in teatro (con un passaggio
anche in TV nel 1966) è “Corruzione a palazzo di Giustizia” (1944)
che ha avuto tra gli interpreti famosi attori, tra i quali Tino
Buazzelli e Glauco Mauri.
Altro dramma famoso è “Delitto all’isola delle Capre” (1946),
portato in palcoscenico, tra gli altri, anche da Gastone Moschin nel
1992 e prima ancora sugli schermi Rai dall’attore maceratese Franco
Graziosi.
Sono state proprio queste due opere teatrali, insieme a Frana allo
scalo nord (1936), a far conoscere il drammaturgo camerte in Italia
e all’estero.
Dato che Camerino non ha avuto il privilegio di ospitare oggi
l’archivio Betti, la sua “custodia” a “casa” di Pirandello appare
sicuramente la collocazione ideale. Del resto nella relazione al
disegno di legge che nel 2002 il senatore Mario Cavallaro ed altri
parlamentari presentarono al Senato per le “Celebrazioni del
Cinquantenario della morte” dell’autore camerte, Ugo Betti è stato
definito “il più intenso e profondo drammaturgo italiano della prima
metà del Novecento, dopo Pirandello”.
(Articolo scritto per Cronache Maceratasi che lo ha pubblicato il 6 ottobre 2013)
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