La Rocca di Urbisaglia e il “bluff” alle Poste.

Il “falso” francobollo disegnato da Luciano Francesconi, regolarmente timbrato dalle Poste

Chi frequenta Facebook si sarà forse accorto che da quest’estate l’Ufficio Turistico di Urbisaglia utilizza come immagine del proprio profilo un francobollo. Non, ovviamente, un francobollo qualunque, ma quello che tra i quattro lati dentellati riproduce la Rocca di Urbisaglia. Il francobollo, con il valore facciale di 750 lire, fu stampato dal Poligrafico dello Stato ed emesso dalle Poste italiane il 20 settembre del 1990, nell’ambito della fortunata serie filatelica “I castelli”.  Per più di un anno fu distribuito in tutte le rivendite di Sali & Tabacchi e negli uffici postali. Fu utilizzato da milioni di italiani per spedire le loro lettere e pure dai turisti stranieri per inviare in patria cartoline con i saluti dalle località turistiche italiane.
Il francobollo fu una grande occasione di promozione per Urbisaglia, ma qualche anno più tardi, quando ormai esso non era più presente nei normali canali distributivi, fu anche – e questo forse pochi lo sanno o lo ricordano – involontario oggetto di un “bluff”; un simpatico inganno ai danni delle Poste italiane.
A giocare lo scherzo al servizio postale nazionale fu la “prima firma” degli illustratori del Corriere della Sera, Luciano Francesconi, un artista del grafich design e della comunicazione visiva “scoperto” da Dino Buzzati. Per quasi mezzo secolo egli è stato disegnatore e vignettista del maggiore quotidiano italiano.
Il giorno di San Valentino del 1995, mentre era in redazione, Francesconi fece una scommessa con alcuni colleghi: affrancare una lettera con un falso francobollo da lui stesso disegnato e farla così “in barba” alle Poste, che lo avrebbero regolarmente timbrato come se si fosse trattato di una vera affrancatura. Così, al suo tavolo di lavoro in via Solferino, Luciano Francesconi prese una normale busta del Corriere della Sera e vi disegno, sull’angolo in alto a destra, il francobollo della Rocca di Urbisaglia. Pur rispettando dimensioni, toni dei colori, indicazione del valore in lire e dentellatura a pettine, per rendere evidente la falsificazione anche ad un occhio non troppo attento, Francesconi inserì il proprio nome al posto di quello del vero autore del francobollo, l’incisore Antonio Ciaburro e in più, sotto il disegno della Rocca, con la stessa tonalità di colore, scrisse il nome “Ombretta Nai”, autrice e registra teatrale cui volle dedicare la sua “imitazione”.
La busta, al cui interno fu inserito una sorta di “verbale” con le firme dei testimoni del “falso”, fu il giorno dopo effettivamente recapitata a casa del disegnatore con tanto di timbro postale.
Il simpatico “imbroglio” ebbe successo e la notizia si sparse negli ambienti giornalisti, con indiretta e gratuita pubblicità per Urbisaglia e la sua Rocca. Gli unici a masticare amaro furono i funzionari della Poste, i quali in seguito dovettero anche subire diverse ironiche vignette pubblicate da Luciano Francesconi sul Corriere della Sera per denunciare i disservizi postali.
L’episodio del falso francobollo con la Rocca di Urbisaglia ha avuto nuova eco quest’anno con la mostra retrospettiva dell’intera opera di Luciano Francesconi allestita, a cura di Ombretta Nai, alla Triennale di Milano per ricordare il “cronista con la matita” a tre anni dalla sua tragica scomparsa. 
Oggi per avere un vero francobollo raffigurante la Rocca di Urbisaglia occorre rivolgersi ai negozi di filatelia, dove si può facilmente trovare con valutazioni che variano in ragione dello stato di conservazione e comunque a prezzi economici. Quello disegnato da Luciano Francesconi, invece, anche se non potrà mai figurare in una collezione filatelica, vale molto di più, perché esso è “unico”, proprio come la Rocca di Urbisaglia. (riproduzione riservata)

(Articolo scritto per Cronache Maceratesi, pubblicato il 20 settembre 2014)

Commenti

Post più popolari