Estate 2020. La cultura col fiato sospeso.
© Se fosse vero che “con la cultura non si mangia” non ci sarebbe motivo per preoccuparsi. Invece la cultura non fa solo crescere interiormente, ma promuove lo sviluppo sociale e soprattutto produce reddito. Lo sanno bene i tanti operatori economici di Macerata e provincia impegnati nel commercio, nella ristorazione, nei servizi, i quali per risollevarsi – dopo due mesi di fermo totale a causa della pandemia di Coronavirus – sperano nei tanti eventi culturali che ogni estate pullulano nel territorio, alcuni anche di grande richiamo turistico. Ma la grande incertezza intorno a questo virus, che ha messo in ginocchio il mondo intero, e non solo sotto l’aspetto economico, rende tutto ancora molto confuso. L’estate 2020 sarà solo una brutta, bruttissima copia di quelle che eravamo abituati a vivere con alberghi e B&B senza camere libere, bar e ristoranti affollati, negozi aperti fino a tarda ora e soprattutto tanta gente in giro, anche da una citta all’altra per assistere a spettacoli, concerti, eventi di ogni genere che generano ricchezza, culturale ed economica.
Ciò che a Macerata tiene in questi giorni un po’ tutti con il fiato sospeso è la stagione lirica dello Sferisterio. In modo diretto e indiretto essa dà lavoro stagionale a circa cinquecento persone e, secondo studi economici già verificati in passato, produce una ricaduta economica sul territorio regionale cinque volte superiore ai quattro milioni del proprio bilancio. Al momento il programma del 56° Macerata Opera festival (17 luglio – 9 agosto) è confermato, ma – come ha fatto presente il sovrintendente Luciano Messi – entro maggio il consiglio d’amministrazione dello Sferisterio dovrà prendere alcune decisioni, soprattutto se dovessero essere confermate per tutta l’estate le disposizioni sul distanziamento interpersonale e gli altri accorgimenti di prevenzione che influiscono direttamente sul lavoro degli artisti e sulla presenza del pubblico. La biglietteria copre ogni anno un terzo del bilancio della stagione lirica ed un conto è poter avere duemila spettatori per sera, un altro conto è averne cinquecento.
La prima ormai tradizionale manifestazione estiva di grande richiamo a Macerata è Musicultura (terza settimana di giugno). Oltre alle tre serate finali allo Sferisterio, la rassegna conta decine di eventi collaterali che per sette intensi giorni vivacizzano il centro storico da mattina a sera. Anche in questo caso – come ci ha detto Giacomo Galassi, stretto collaboratore del direttore artistico Nannipieri – una decisione sarà presa a fine maggio quando saranno resi noti gli otto finalisti, ma in un modo o nell’altro il programma legato al concorso canoro sarà portato a termine.
Musicultura, che il 24 aprile avevo dovuto annullare il concerto dei 16 semifinalisti a Recanati, nella sua prima fase (le audizioni al teatro Lauro Rossi), è stata l’ultima manifestazione culturale che Macerata ha vissuto prima del blocco di ogni attività decretato l’8 marzo. L’interruzione delle stagioni teatrali e musicali hanno comportato notevoli danni economici anche per tutto l’indotto dei servizi. La sola Orchestra Filarmonica Marchigiana, principale istituzione concertistica della regione e formazione stabile di diversi teatri, tra cui lo Sferisterio, ha dovuto annullare una trentina di eventi, tra cui una mezza dozzina nel maceratese. A fine marzo – riferisce con grande rammarico il direttore artistico Fabio Tiberi – siamo stati costretti a rinunciare ad una grande vetrina internazionale in cui avremmo dovuto rappresentare l’Italia e le Marche in particolare. Eravamo in cartellone alla Sala d'Oro del Musikverein di Vienna con un concerto incentrato su musiche di Rossini e Spontini.
In questi due mesi – riferisce ancora Tiberi – i nostri orchestrali in pianta stabile hanno potuto usufruire del FIS, una specie di cassa integrazione per i lavoratori dello spettacolo, ma molti altri musicisti che collaborano con noi e con altre istituzioni senza far parte dell’organico sono rimasti senza alcuna fonte di reddito. Per la stagione estiva – qualora le restrizioni per la pandemia impediscano grandi concerti – la Filarmonica marchigiana sta programmando una serie di serate con formazioni ridotte di orchestrali per portare la buona musica in cortili e piccoli spazi, anche per un pubblico ridotto.
© Alessandro Feliziani /Emmaus -Avvenire
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