Diritti “dimenticati” dagli artisti maceratesi
Sante Monachesi, "Fiori con aragosta" (Museo di Palazzo Ricci, Macerata)
Scrisse una volta Goethe, “Il mezzo migliore per sfuggire il
mondo è l’arte”. Molti artisti hanno preso evidentemente
questo “consiglio” alla lettera anche per “sfuggire” alla SIAE. Non
perché non vogliano pagare i diritti, ma addirittura perché non
s’interessano a riscuotere quelli loro spettanti. Tant’è che proprio
la Società degli autori ed editori, attualmente presieduta dal
cantautore Gino Paoli, ha dovuto far ricorso a un annuncio sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana per sollecitare circa
duemila tra pittori e scultori o eredi di artisti scomparsi, per
sollecitarli a ritirare il compenso loro spettante per il cosiddetto
“diritto di seguito”. Si tratta di somme che la SIAE ha incamerato,
per conto dell’artista, da case d’aste, mercanti d’arte o
galleristi, in occasione della vendita di quadri, dipinti, disegni,
incisioni, sculture.
Nella lunga lista figurano nomi di pittori e scultori maceratesi
anche molto noti, come Valeriano Trubbiani, artista famoso per le
sue monumentali sculture di bronzo e altri metalli, autore tra
l’altro del sipario tagliafuoco del “nuovo” Teatro delle Muse di
Ancona e della “Croce astile” realizzata per la Cattedrale dorica di
San Ciriaco, anni fa esposta eccezionalmente anche alla Galleria
Blarasin di Macerata.
La Siae sollecita a rivendicare i diritti anche gli eredi di due
maceratesi che sono stati protagonisti dell’arte del Novecento,
quali Ivo Pannaggi (scomparso nel 1981) e Sante Monachesi (morto nel
1991). Il primo, protagonista del cosiddetto “secondo Futurismo”, si
affermò già in gioventù come artista e come architetto, lavorando
poi per molti anni in Germania e in Norvegia. Il secondo, pittore e
scultore, è stato definito il “fondatore del Movimento Futurista
nelle Marche”. Di entrambi la Pinacoteca di Palazzo Ricci conserva
diverse importanti opere, tra cui quelle pubblicate a corredo di
questo articolo.
Tra gli artisti in piena attività figura nell’elenco pubblicato
dalla Siae anche il pittore camerinese Luca Zampetti, in questo
periodo molto quotato per le sue opere di grande formato nelle
quali ritrae i personaggi all’interno di “scorci metropolitani,
attraverso inquadrature di taglio cinematografico”.
Un artista toscano d’origine, ma maceratese d’adozione (scomparso
nel 2006 a Civitanova Marche) i cui eredi possono ora chiedere il
“diritto di seguito” alla Siae è Magdalo Mussio. Docente per molti
anni all’Accademia di Belle Arti di Macerata, Mussio è stato uno
degli animatori della vita artistica e culturale maceratese e la
Fondazione Carima ha voluto che alcune sue opere entrassero a far
parte della raccolta di Palazzo Ricci.
Nel lungo elenco (ben dieci pagine) stilato dalla Siae e pubblicato
nella Gazzetta ufficiale dello scorso 30 ottobre, figurano anche
altri artisti delle Marche molto noti, quali Anselmo Bucci, Corrado
Cagli, Bruno d’Arcevia. Tra i non marchigiani che in qualche modo
hanno un collegamento artistico con il territorio maceratese
figurano lo scultore Umberto Mastroianni, autore del monumento alla
Resistenza di Tolentino e il giovane artista, uno tra i più noti
dell’arte contemporanea, Francesco De Molfetta. Quest’ultimo nel
2011 è stato tra i protagonisti di una mostra, curata da Luca
Beatrice, allestita a Palazzo Sangallo di Tolentino nell’ambito
della Biennale dell’Umorismo e più recentemente ha esposto a
Civitanova Marche, alla Galleria “Permariemonti”, in una mostra
organizzata dall’associazione “Verticale d’Arte”, a cura di Elisa
Mori, Giorgia Berardinelli e Silvia Bartolini.
A quanto ammontano i compensi che gli artistici devono riscuotere?
Per ovvie ragioni di privacy la Siae non lo dice, ma in base al
regolamento del “diritto di seguito” l’importo massimo per ogni
singola opera non può superare i 12.500 euro, poiché esso va
calcolato sul prezzo di vendita, secondo una percentuale che varia
dal 4 allo 0,25%
In Italia il “diritto di seguito” è stato introdotto con un decreto
legislativo del 2006 in applicazione di una direttiva dell’Unione
europea e si calcola sul prezzo di cessione degli originali delle
opere d’arte figurative in occasione delle vendite successive alla
prima.
Il compenso è a carico del venditore ed è dovuto per tutte le
cessioni successive alla prima cui partecipi, come venditore,
acquirente o intermediario, un professionista del mercato dell’arte.
Sono quindi soggette a tale “diritto” le transazioni effettuate da
gallerie, case d’asta o mercanti d’arte, mentre sono escluse le
vendite che avvengono tra privati.
A quanto pare la normativa è poco conosciuta dagli stessi artisti e
meno ancora, probabilmente, dai loro eredi che difficilmente saranno
attenti lettori della Gazzetta ufficiale. Speriamo che, almeno,
leggano Cronache maceratesi. (riproduzione riservata)
(Articolo scritto per Cronache Maceratesi e pubblicato il 18 novembre 2013)
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