Cerchi il tuo carattere? Il type designer te lo costruisce su misura.

Regione Valle d'Aosta, caratteri per segnaletica stradale e turistica (Type designer: Viola Marinelli)

Non vi piace più il vostro carattere? Lo volete in linea con quello che avete trovato negli antichi documenti di famiglia? Oppure lo preferite decisamente nuovo, per meglio adeguarvi ai canoni della moderna comunicazione? Per trovare la soluzione a una di queste esigenze avete bisogno di un Type Designer. Il nome è nuovo, ma il mestiere è antico.
Viola Marinelli, giovane graphic designer di Tolentino, laureata all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Urbino - l’ex gloriosa Scuola del Libro - non fa altro che tramandare l’antica arte di disegnare caratteri per la scrittura. 
Con una visione che trae ispirazione dall’antico per proiettarsi nel futuro, il type designer fa quello che dalla metà del XV° secolo hanno fatto Claude Garamond, Giambattista Bodoni e tanti altri disegnatori di quei caratteri tipografici che ancora oggi troviamo in libri, manifesti e giornali. Da quando la carta è stata in parte sostituita dallo schermo elettronico e l’inchiostro ha lasciato posto ai pixel, il lavoro del disegnatore di carattere lo ritroviamo oggi applicato anche su computer, tablet o smartphone.
All’opera dei type designer oggi ricorrono non solo gli editori, ma anche grandi industrie e aziende, che desiderano personalizzare la comunicazione utilizzando un proprio carattere di scrittura, e perfino enti pubblici. 
Il lavoro che ha fatto conoscere Viola Marinelli nel settore della grafica a livello nazionale, infatti, è stato commissionato proprio da un ente pubblico, la Regione autonoma della Valle d’Aosta. Il carattere disegnato per la Vallée d’Aoste è valso a Viola Marinelli e a due suoi colleghi di corso all’ISIA di Urbino, Luigi Bevilacqua e Arnaldo Filippini, il Premio nazionale delle Arti, bandito dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca, nonché la selezione dell’ADI (Associazione per il disegno industriale) per il Compasso d'Oro che l’ha giudicato tra i migliori lavori grafici del 2013, con dignità di esposizione temporanea alla Triennale di Milano. 

Com’è nata l’idea di disegnare il carattere per la Valle d’Aosta?
La Regione si è rivolta al nostro Istituto per realizzare un carattere tipografico esclusivo e distintivo. Il progetto è stato realizzato durante il corso della laurea triennale, nell’ambito di Officina Santa Chiara, un laboratorio di ricerca progettazione e sviluppo all’interno dell'ISIA, dove si svolgono ricerche e progetti per enti e aziende pubbliche con finalità non commerciali.

In pratica una sorta di stage in uno studio professionale...
Una cosa molto simile. Il laboratorio permette a gruppi di studenti, guidati da docenti e tutor, di partecipare a lavori su commissione di alto livello professionale. Nel nostro caso siamo stati seguiti da Luciano Perondi, in qualità di responsabile del progetto e da Jonathan Pierini in qualità di tutor.

Che cosa avete realizzato in concreto?
Abbiamo disegnato tutte le lettere dell’alfabeto, la punteggiatura, i numeri e tutte le lettere comprensive di segni diacritici per supportare le lingue europee e non. Il disegno di queste lettere si modula in ben sessantasei varianti.

Perché così tante?
Siamo partiti dall'esigenza di realizzare tre grandi “famiglie” di caratteri che rispondessero alle differenti necessità della Regione: una versione per l’editoria e la produzione di stampe di alta qualità; un’altra destinata ad un uso interno dell’Amministrazione regionale, come ad esempio la modulistica, ottimizzata per la visualizzazione su monitor a bassa risoluzione. Infine una versione per la segnaletica stradale e turistica. Ciascuna variante prevede tre “pesi”: Regular, Bold ed Extrabold, ciascuno declinato nella forma corsiva, anch'essa progettata con un disegno ad hoc.

Come si è svolto il lavoro?
La Regione voleva un carattere identitario. Quindi non si poteva che partire da una ricerca storica, recuperando documenti antichi della comunità valdostana. Nello specifico sono state prese in considerazione le Chartae Augustanae, particolari atti della cancelleria di Aosta risalenti al periodo medievale. Sono state analizzate le diverse tipologie scrittorie arrivando poi a isolare alcuni campioni significativi di lettere.

Una ricerca difficile...
Sì, difficile e che ha richiesto molto tempo. Si trattava, infatti, di testi scritti a mano, ciascuno portatore della peculiarità calligrafica di chi aveva redatto il documento. È stato necessario confrontarli per coglierne gli aspetti comuni e infine arrivare ad una razionalizzazione delle forme per poterle rendere compatibili agli standard dei nostri giorni.

Com’è possibile trasferire un carattere del Medioevo sulla tastiera del computer o sui segnali d’indicazione stradale?
In un’operazione del genere, quando il nuovo carattere da disegnare deve ispirarsi alla tradizione di una data comunità, il lavoro del grafico o del type designer diventa alquanto certosino. Occorre ricomporre le lettere, dando alla nuova forma un’identità attuale senza discostarsi dall’origine storica.

A prima vista sembra un carattere alquanto moderno, o per lo meno dei giorni nostri...
Ci sono dettagli rispettosi degli scritti valdostani che la persona non esperta può notare solo se confronta le singole lettere una ad una con altri tipi di caratteri correnti. Il risultato finale, infatti, non deve mai discostarsi troppo dalla forma che l’occhio è abituato a leggere e identificare. La Regione Valle d’Aosta voleva un carattere esclusivo e distintivo, ma leggibile da tutti. Inoltre la versione destinata all’uso interno degli uffici regionali, è a disposizione di tutti e si può scaricare dal sito internet della Regione, collegandosi al seguente link:
(http://www.regione.vda.it/gestione/sezioni_web/template/anteprima.asp?path=/cultura/caratterevda_i.asp).

Quindi se un marchigiano volesse adottare sul proprio computer il font del nuovo carattere della Regione Valle d’Aosta, lo può fare?
Sì, liberamente e gratuitamente.

Parliamo un po’ di lei. Com’è nato questo interesse per la grafica del carattere di stampa?
Sono stata sempre a contatto con il mondo della comunicazione visiva, grazie al lavoro svolto da mia madre. Dopo aver frequentato il liceo classico a Tolentino, la scelta di continuare la mia formazione universitaria nell’ambito della grafica e della comunicazione è stata la naturale conseguenza. Superato l’esame di ammissione all’ISIA di Urbino, prestigioso istituto a numero chiuso, lo studio della tipografia e dei caratteri sono state le materie che mi hanno maggiormente coinvolta.

Ha capito subito che era stata la scelta giusta?
Sì, mi sono subito appassionata. Dei quattro Istituti Superiori per le Industrie Artistiche oggi esistenti in Italia, quello di Urbino è l’unico incentrato sulla grafica. Lo dirige Luciano Perondi, uno dei più apprezzati disegnatori di caratteri. Sono stati disegnati da lui i caratteri tipografici che ogni giorno leggiamo sul Corriere della Sera e su Il Sole 24 ore. Il percorso didattico comprende progettazione grafica, editoria, fotografia e illustrazione.

La grafica editoriale e la progettazione dei caratteri sono la sua passione?
Mi piace molto progettare per il web e realizzare pubblicazioni digitali interattive fruibili attraverso tablet e smartphone. Il type design rimane comunque una mia grande passione.

Ha un punto di riferimento in questo campo?
Faccio riferimento a progetti e non a persone. Se dovessi fare dei nomi legati a dei progetti che ho apprezzato citerei la casa editrice Touch Press e lo studio AIG entrambe inglesi, nonché Norman Donald. Ma si tratta di nomi noti solo agli addetti al settore.

Cosa c’è nel suo futuro?
Grafica, ricerca e soggiorni all’estero di studio e lavoro.
(riproduzione riservata)

(Articolo scritto per Cronache Maceratesi, pubblicato il 20 aprile 2014)

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