Cappuccini, con loro trenta giovani volontari in Etiopia.
© Il 14 febbraio, festa di San Valentino, trenta giovani di Recanati e di altri centri hanno deciso di intraprendere un viaggio per compiere un grande gesto di amore. Sono partiti per l’Etiopia con lo scopo di portare aiuti e solidarietà nelle missioni dei Frati Cappuccini delle Marche, presenti in quel grande paese del Corno d’Africa.
I più giovani, che partecipano ad un progetto di “alternanza scuola-lavoro”, resteranno due settimane; gli altri per quasi un mese e mezzo. “Tutti hanno deciso di intraprendere questa esperienza con grande motivazione e ritorneranno spiritualmente più ricchi di come sono partiti”, ci dice fra Francesco Pettinelli, responsabile del Segretariato Missioni Estere dei Cappuccini delle Marche.
Fra Francesco, quando è iniziato questo servizio?
L’opera di evangelizzazione dei Cappuccini nel mondo si perde nei secoli ed è ancora oggi caratterizzata dallo spirito missionario che San Francesco ci ha indicato con l’esempio della sua vita e con la sua regola. Da più di cinquant’anni la provincia Picena dei Cappuccini si è data una organizzazione per concentrare la propria opera di evangelizzazione, di aiuti e di solidarietà umana in determinate aree geografiche più povere e bisognose. Nel 1967 prese avvio la prima missione in Etiopia, dove uno dei nostri missionari, P. Domenico Marinozzi, è stato per molti anni anche vescovo della vasta provincia di Hosanna-Soddo.
Come è cresciuta nel tempo la vostra presenza in Etiopia?
Oltre alle opere umanitarie a sostegno delle popolazioni locali, la nostra missione ha favorito localmente anche molte vocazioni ed attualmente i Cappuccini che operano in Etiopia sono quasi tutti africani. Noi come Cappuccini marchigiani siamo invece presenti in Benin, nella parte più occidentale dell’Africa, dove la missione è stata aperta nel 1987.
Come lavora il Segretariato di cui lei è attualmente responsabile?
Siamo di supporto alle missioni in Etiopia, Benin e da alcuni anni anche in Ghana, dove aiutiamo i nostri fratelli indiani. Il Servizio Missioni Estere con sede a Recanati è composto da una fraternità locale e altri frati della Provincia Picena che collaborano dai propri conventi. I frati a loro volta sono aiutati da collaboratori laici ed attorno a questi ruotano amici e benefattori che offrono tempo e passione per lo svolgimento delle attività missionarie. È un impegno che richiede tempo e dedizione, sia nella sensibilizzazione al problema missionario, sia nella raccolta fondi per mantenere e incrementare le opere sociali e umanitarie che accompagnano l’evangelizzazione.
Quali sono le principali opere realizzate e sostenete nelle missioni?
Soprattutto orfanatrofi e scuole, case per i poveri, dispensari medici, pozzi per portare acqua potabile nei villaggi che ne sono privi. Inoltre siamo impegnati nelle adozioni a distanza di bambini bisognosi, i quali in questo modo possono continuare a crescere in famiglia o, se orfani, nei nostri istituti. Attualmente tra Etiopia e Benin, sono quasi cinquemila i bambini adottati a distanza da nostri benefattori, con un contributo di meno di un euro al giorno.
Missione estere Cappuccini è una onlus?
Sì. Questo ci permette di essere destinatari anche del “5x1000”, oltre che ricevere offerte fiscalmente detraibili mediante conto corrente postale o bancario.
Ci può fare un sintetico bilancio di quanto realizzato?
Negli ultimi sette anni stati costruiti 12 asili e scuole, 16 strutture per anziani o dispensari medici, 25 pozzi d’acqua potabile. In Etiopia è stato ultimato da poco un nuovo asilo per 90 bambini a Mayo e attualmente sono in corso campagne di raccolta fondi per la costruzione di una scuola materna nel villaggio di Lera ed una scuola secondaria a Sura Koyo, località del Wolaita estremamente indigente e povera di infrastrutture.
© Alessandro Feliziani /Emmaus – Avvenire
(Articolo pubblicato il 18 febbraio 2020 su Emmaus, mensile della Diocesi di Macerata allegato al quotidiano Avvenire)
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